Sono passati otto giorni dall’esito del primo scontro tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti in Iowa, domani si vota in New Hampshire. Il clima rimane teso, soprattutto in casa democratica, il risultato appare quanto mai incerto rispetto ai caucus dell’Iowa. I sondaggi, che mai come in questi giorni sono gli indiscussi protagonisti della scena politica americana, indicano Bernie Sanders e Donald Trump sicuri vincenti. Certo, sarà una sfida entusiasmante su entrambi gli schieramenti ma i media mettono in guardia tutti: in New Hampshire spesso i sondaggi si rivelano inesatti. Insomma, il piccolo Stato della costa orientale ha sempre riservato sorprese, oltre ad essere l’unico Stato americano dove non è obbligatorio l’uso delle cinture di sicurezza per i maggiori di 18 anni. Di forte tradizione puritana, ereditata dai primi coloni, l’economia di questo piccolo Stato si basava sull’agricoltura mentre in seguito l’industrializzazione si è sviluppata grazie agli stabilimenti tessili che attrassero grandi flussi migratori dal Québec e dall’Irlanda. Dagli anni Sessanta in poi l’industria tessile è crollata facendo spazio a forniture di alta tecnologia e servizi, dl febbraio del 2010 il tasso di disoccupazione dello Stato si attesta tra il 5% e il 7%, dati che i candidati alla presidenza avranno ampiamente analizzato. Ad ogni modo secondo l’ultima rilevazione della Monmouth University, ateneo privato con sede a West Long Branch in New Jersey, in campo democratico il socialista Sanders avrebbe dieci punti di vantaggio su Hillary Clinton (52% a 42%), mentre per i repubblicani Trump starebbe al 30% rispetto al governatore dell’Ohio John Kasic, fermo al 14%. La Clinton è chiamata ad un arduo scontro, per nulla scontato, e cercherà di limitare i danni per poi tornare a tentare la fuga nei prossimi appuntamenti negli Stati del sud. Il 20 febbraio si voterà in Nevada e South Carolina, mentre il 1° marzo sarà la volta di ben tredici stati tra cui il Colorado, il Texas, la Georgia e l’Alabama. Da parte repubblicana si segnala Marco Rubio, senatore di origini cubane, in grande spolvero anche se sabato sera in diretta Tv è stato attaccato duramente dagli avversari nel corso dell’ultimo dibattito repubblicano prima del voto. Sempre sabato Trump ha preferito invece tenere un profilo basso, dimenandosi solo quando Jeb Bush – altro candidato repubblicano e fratello dell’ex presidente George Walker – lo ha accusato di aver espropriato anche le “vecchiette” per costruire davanti a uno dei suoi casinò di Atlantic City un parcheggio per limousine: “Stai zitto!” ha replicato il miliardario americano, travolto da una massiccia dose di “buuuu” dalla platea. Cose da primarie, la strada verso la Casa Bianca è ancora lunga
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