I due volti dell’America contemporanea, Hillary Clinton e Donald Trump. Diametralmente opposti sia dal punto di vista politico sia per formazione culturale e storia personale, ma sono loro a uscire nuovamente vincenti da un Super Tuesday che non regala sorprese per la corsa alla nomination. Trump si aggiudica cinque Stati su cinque (Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island) e raggiunge i 987 delegati contro i 562 di Ted Cruz. Numeri importanti.
La Clinton ne porta a casa quattro su cinque (perde in Rhode Island) ma rimane saldamente al vertice della classifica grazie ai 2.182 delegati affastellati in questi lunghi mesi di battaglia politica. La rivoluzione sociale sbandierata da Sanders rimane ancorata ai suoi 1.404 delegati, troppo pochi per “sognare”, a questo punto, una rimonta. Consacrazione quasi definitiva per entrambi nella corsa alla tanto ambita nomination, e se il partito repubblicano tenterà fino alla fine di fermare il “trumpismo” per la Clinton la strada sembra ormai in discesa.
Hillary, da qui in avanti, cercherà di intercettare il voto dei giovani – forza trainante per Sanders – Donald invece dovrà “mitigare” le sue posizioni spigolose in politica estera, rendendole più “presidenziali” e meno “avventuriere”. Ci riuscirà? Intanto ieri ha dichiarato dopo la vittoria: “Per quanto mi riguarda è andata, mi considero il presunto candidato, vinceremo al primo voto. Batteremo Hillary facilmente”. La sua sicurezza non sembra subire contraccolpi e per i due volti dell’America contemporanea presto sarà il momento della verità.