Non è stato ancora rintracciato l’Airbus 320 di Egyptair precipitato nel mar Egeo la notte del 19 maggio scorso.
Le ricerche, alle quali partecipano le forze militari greche,francesi, egiziane e Usa, continuano al largo dell’isola greca di Karpathos, ma dell’aeromobile non vi è traccia. E’ stato peraltro appurato che i rottami ritrovati nelle acque, dove si presume sia caduto l’aereo scomparso dai radar 15 minuti prima dall’atterraggio nella capitale egiziana, non appartengano ad un velivolo.
Il governo egiziano, presume si sia trattato di un atto terroristico e non di un incidente tecnico. Ieri il ministro dell’aviazione egiziano Sherif Fathi ha affermato che la probabilità che l’aereo sia stato abbattuto a seguito di un attacco terroristico è “superiore alla possibilità che si sia verificato un guasto tecnico”.Tesi fortemente condivisa anche dagli Stati Uniti e dal governo russo. Il comandante nei suoi contatti con la torre di controllo non aveva lasciato presagire alcuna possibilità di pericolo per il suo volo Egyptair Ms804, che partito dall’aeroporto Roissy Charles de Gaulle di Parigi, ha cominciato a perdere quota da un’altitudine di 37 mila piedi, virando a 360°, secondo le fonti della difesa ellenica. Si ipotizza lo scoppio di una bomba imbarcata sull’aereo all’aeroporto di Parigi, dove sono scattate le operazioni di controllo su possibili defaillance nella sicurezza.
I parenti dei passeggeri dispersi hanno trascorso la notte in un Hotel al Cairo in attesa di notizie.