Immagine: Il gruppo dei leader mondiali
Ad Hangzhou in Cina orientale, al vertice del G20, il presidente cinese Xi Jinping ha rivolto ai leader mondiali un appello ad aprire “un nuovo percorso di crescita” per l’economia e a ridurre le disuguaglianze. L’economia globale, ha osservato Xi, deve affrontare “molte sfide e rischi” a causa del rallentamento della crescita, la debolezza della domanda, la volatilità dei mercati finanziari e la decelerazione del commercio e degli investimenti, in un momento in cui sta ancora recuperando dalla crisi finanziaria del 2008. Xi ha esortato i partecipanti al vertice a coordinare le loro politiche monetarie e fiscali, così come le loro riforme strutturali, in modo da stimolare l’economia e garantire che questo dinamismo si mantenga a lungo.
Il presidente americano Barack Obama nel suo intervento ha citato il premier Matteo Renzi come esempio di “buon lavoro di governo”, soprattutto nelle riforme. A sua volta Renzi, intervenendo ai lavori, ha detto che “spesso per vedere i risultati delle riforme ci vogliono anni. Il futuro viaggia veloce e può impaurire. Dobbiamo avere più attenzione alla equità e alla uguaglianza: tutti vogliamo una crescita inclusiva, certo, ma abbiamo un nemico comune, la paura”.
Prima dell’avvio dei lavori, Renzi ha visitato la sede di Alibaba – compagnia cinese privata con sede proprio a Hangzhou composta da un gruppo di imprese attive nel campo del commercio elettronico – e ha siglato col patron di Alibaba accordi sul vino e contro le frodi sul Made in Italy.
Al suo arrivo Obama ha sottolineato le differenze tra Stati Uniti e Cina nella tutela dei diritti umani e della libertà di stampa, dopo che all’aeroporto le autorità cinesi hanno impedito ai giornalisti americani di avvicinarsi al presidente. Lo stesso Obama ha poi incontrato il leader turco Erdogan e ha promesso aiuto ad Ankara per individuare i responsabili del fallito golpe e maggiore collaborazione nella lotta allo Stato Islamico. Obama ha rassicurato Erdogan che gli Stati Uniti sono impegnati affinché gli autori del fallito golpe ad Ankara siano assicurati alla giustizia.
Primo colloquio anche tra Erdogan e Angela Merkel. Tra i temi affrontati, la Siria e l’accordo tra Ue e Turchia sui migranti. E proprio sull’immigrazione è intervenuto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, secondo cui l’Europa sarebbe vicino al limite delle sue capacità di accoglienza. “Nel mondo ci sono 65 milioni di persone in fuga”, ha ricordato, e “il gruppo del G20 deve condividere questa responsabilità”. Il presidente della Commissione europea Juncker ha invece lodato i risultati economici dell’Ue, cresciuti dell’1,8 per cento.
Usa e Gran Bretagna continueranno a rafforzare la loro “relazione speciale” anche se Londra porterà fino in fondo la sua uscita dall’Unione Europea. Lo ha detto Obama durante il suo primo incontro con il nuovo premier britannico Theresa May, precisando che “gli Stati Uniti non hanno al mondo un partner più forte”. Obama ha spiegato che i due Paesi continueranno a cooperare strettamente nel campo della cybersecurity, del terrorismo e del commercio nonostante – è il riferimento alla Brexit – la “turbolenza” dei recenti eventi politici. Theresa May, da parte sua, ha affermato che Londra e Washington perseguiranno le opportunità che la Brexit presenta. “Ne faremo un successo”, ha aggiunto.
Primo colloquio anche tra Erdogan e Angela Merkel. Tra i temi affrontati, la Siria e l’accordo tra Ue e Turchia sui migranti. E proprio sull’immigrazione è intervenuto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, secondo cui l’Europa sarebbe vicino al limite delle sue capacità di accoglienza. “Nel mondo ci sono 65 milioni di persone in fuga”, ha ricordato, e “la comunità del G20 deve condividere questa responsabilità”. Il presidente della Commissione europea Juncker ha invece lodato i risultati economici dell’Ue, che con una crescita dell’1,8 per cento supera Stati Uniti e Regno Unito.
Nel corso del G20 Usa e Cina, alla presenza del segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, hanno firmato l’accordo sulla riduzione delle emissioni inquinanti che era stato siglato nel dicembre 2015 a Parigi a conclusione della cosiddetta COP21. Da parte sua Ban Ki-moon si è detto ottimista sulla possibilità che l’accordo entri in vigore quest’anno.