Immagine: Il segretario di Stato americano, John Kerry.
Nessun risultato alla riunione di stanotte a New York. La speranza di un accordo sulla ripresa della tregua, interrotta dal bombardamento di lunedì 19 settembre scorso, è andata in fumo. Il regime di Bashar al Assad annuncia l’assalto finale ad Aleppo. L’intesa tra Stati Uniti e Russia, i paesi negoziatori del primo accordo, al momento appare notevolmente incrinata. La seduta notturna conclusa al Palazzo di vetro dell’Onu, è stata scandita da accuse reciproche tra Stati Uniti e Russia, sulle responsabilità dell’attacco di lunedì, sul convoglio di aiuti umanitari, che ha provocato almeno venti vittime, tra le quali bambini ed operatori dell’Onu-Unhcr, Croce rossa e Mezzaluna siriana (Sarc). Dal primissimo momento, gli Usa hanno dato la colpa del raid a Mosca, che di rimando ha risposto di essere in possesso di prove schiaccianti, su droni americani nell’area di Aleppo. Il segretario di Stato americano, John Kerry, al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di ieri notta, ha affermato, ”che non potrà esserci tregua se il Cremlino non dimostrerà serietà. Siria e Russia devono fare la loro parte”. Le divisioni politiche Usa-Mosca, com’era prevedibile, sono emerse alla riunione, considerata ”lunga, dolorosa e deludente” da Staffan de Mistura,inviato speciale dell’Onu per la Siria, e frettolosamente abbandonata dal ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, che alla stampa presente ha dichiarato, ‘non è successo niente’, mettendo in evidenza il rispetto della tregua, attuato dalla Russia e dal regime di Bashar al Assad. Gli Usa invece, ha accusato Lavrov, non hanno fatto altrettanto. I ribelli sostenuti dall’America sono stati lasciati liberi di agire. Kerry, dal canto suo, come già aveva affermato in questi giorni dopo il bombardamento e la sospensione della tregua, ha ribadito la necessità di un’azione di responsabilità da parte di Mosca, nell’impegno di far tenere a terra l’aviazione del regime di Damasco e i propri aerei per creare le basi di un cessate il fuoco stabile e durevole. Il Cremlino non avrebbe preso in considerazione la proposta.