Gli aiuti umanitari delle nazioni Unite hanno raggiunto, nei giorni scorsi, quattro centri della Siria sotto assedio. E’ la prima volta che negli ultimi sei mesi, i convogli umanitari arrivano nelle città travolte dagli attacchi. Nelle aree di Madaya e Zabadani, vicine a Damasco, controllate dai ribelli, la Mezzaluna rossa insieme agli operatori Onu, hanno potuto distribuire beni di prima necessità, raggiungendo anche i villaggi di Foah e Kefraya, occupati dall’esercito di Assad. Lo ha comunicato la Croce Rossa internazionale , secondo cui circa 60mila persone assediate dai bombardamenti hanno ricevuto viveri, medicinali, kit igienico-sanitari e indumenti. E’ avvenuto dopo la sospensione di 48 ore della consegna degli aiuti, per la ripresa dei bombardamenti sui covogli umanitari ad Aleppo e Damasco, allo scadere della tregua. Città martoriate dalla guerra dal ritmo inarrestabile, le popolazioni sono allo stremo delle forze, ancora sotto i raid aerei concentrati nelle zone orientali da ieri notte e nelle mani dei ribelli. Secondo gli attivisti, citati dall’agenzia di stampa Dpa, il regime di Damasco da giovedì sera intende riprendere il controllo della città e non placa l’offensiva, per la quale secondo le dichiarazioni dell’attivista Yassen Abu Raed, almeno 10 persone sono morte nelle ultime ore e tra le vittime ci sono anche bambini. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, riferisce che più di 237 persone, compresi 38 bambini, sono morte, da quando l’intesa Russo- Usa, faticosamente raggiunta si è incrinata e il cessate il fuoco è fallito. La situazione politica e diplomatica tra Mosca e Stati Uniti, continua a peggiorare. Il botta e risposta alle reciproche accuse sulla ripresa dei bombardamenti della settimana scorsa proprio allo scadere della tregua, è sempre alla ribalta dello scenario internazionale. I toni sono più aspri e ”inaccettabili”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, rispondendo a Samantha Power. L’ambasciatrice statunitense, ha infatti , durante la riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu, accusato Mosca di crimine di guerra, nel bombardamento su Aleppo, oltre ad aver mentito sul suo coinvolgimento nel conflitto siriano. Il processo di pace in Siria può uscirne compromesso, e ”grave danno”può essere causato alle relazioni bilaterali, ha precisato Peskov, definendo molto critica la situazione.
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