Continuano i bombardamenti in Siria. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i missili della settimana, hanno causato circa 220 morti. Il principale Ospedale di Aleppo, chiamato M10, situato nella zona controllata dai ribelli, è sotto attacco dall’esercito siriano per la seconda volta negli ultimi giorni. Secondo l’Ong, le incursioni aeree hanno colpito i quartieri di Al Aziziya, Al Midan e Al Izaa. Il governo di Assad e l’alleato russo, hanno compiuto almeno 7 raid, prendendo di mira gli ospedali e le infrastrutture di Aleppo, la zona risulta completamente distrutta e sarebbero morte almeno 16 persone, tra cui cinque bambini e sei donne. La spietata offensiva al secondo ospedale, il più grande di Aleppo, colpito da barili bomba e bombe a grappolo, è stata definita dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ‘’crimine di guerra’’.
Le popolazioni sono martoriate dagli attacchi ed è difficile in questo momento di ripresa dell’offensiva,che gli aiuti umanitari possano raggiungere i centri colpiti. La settimana scorsa un convoglio di aiuti dell’Onu-Unhcr, Croce rossa e Mezzaluna siriana (Sarc)è stato bombardato. E’ successo, il 19 settembre, poco prima che scadesse la tregua negoziata tra Usa e Mosca , l’esercito del regime di Bashar al Assad, ha dichiarato concluso il cessate il fuoco in Siria. L’incrinatura nei rapporti tra Stati Uniti e Russia non si è ricostituita. Dopo il rimbalzo delle reciproche accuse sulle responsabilità dei bombardamenti a sorpresa allo scadere della tregua, continuano gli artriti e il raggiungimento di un cessate il fuoco umanitario, sembra non essere vicino. La minaccia di sospensione delle relazioni diplomatiche con Mosca e Damasco, annunciata ieri dal segretario di stato americano John Kerry,’’ se non cesseranno i bombardamenti sulla città siriana di Aleppo’’, è stata definita ‘’emotiva’’da Sergei Ryabkov. Il vice ministro degli esteri russo ha tra l’altro, rifiutato alcune ore fa, la proposta statunitense di sette giorni di tregua, contro un fermo umanitario di 48 ore. Intanto,il governo americano starebbe considerando “alternative militari”, per mettere sotto pressione Damasco. L’intesa tra Mosca e Stati Uniti è appesa ad un filo, se dovesse saltare, gli eventi potrebbero davvero precipitare.