Aleppo – In Siria sono scomparsi centinaia di uomini fuggiti da Aleppo est verso zone poste sotto il controllo del governo siriano, lo ha dichiarato ieri a Ginevra un portavoce dell’Alto commissariato Onu per i Diritti Umani.
Si tratta di uomini di età compresa fra i 30 e i 50 anni, sono ormai già dieci giorni che le famiglie hanno perso ogni contatto con loro. Questo fa sorgere una “profonda preoccupazione“, ha continuato il portavoce Rupert Colville, dati i “precedenti di detenzione arbitraria, tortura e sparizioni forzate da parte del governo siriano”.
Nonostante il Ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, abbia dichiarato solo pochi giorni fa che sarebbero cessati i bombardamenti nella parte orientale di Aleppo, a oggi i raid continuano in maniera serrata. Secondo un comunicato diffuso dal “Centro Russo per la Riconciliazione”, nelle ultime 24 ore circa 8.500 abitanti di Aleppo hanno lasciato le aree controllate dai miliziani anti-regime, di questi ben 2.934 sono bambini.
Fonti militari Usa hanno affermato inoltre che Boubaker el Hakim, leader dello Stato Islamico, è stato ucciso durante un raid aereo americano in Siria, precisamente a Raqqa lo scorso 26 novembre. Boubaker el Hakim è ritenuto il mentore dei fratelli Said e Sherif Kouachi, autori della strage compiuta alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo.
L’ Assemblea Generale dell’Onu ha approvato una risoluzione non-vincolante proposta dal Canada che chiede un cessate il fuoco immediato in tutta la Siria, l’accesso per gli aiuti umanitari e la fine degli assedi. L’ambasciatore canadese all’Onu ha affermato che “La crisi siriana è diventata la vergogna dei nostri tempi”, ma dura è stata la risposta dell’ambasciatore siriano che ha ribattuto invece che le misure proposte dalla delegazione canadese sono “unilaterali, coercitive ed economiche che colpiscono innanzitutto i cittadini siriani e impediscono al governo di Damasco di rispondere ai bisogni quotidiani dei siriani”.
Nel frattempo il presidente americano uscente Barack Obama ha ritirato le restrizioni formali sulla fornitura di armi, munizioni ed equipaggiamento militare agli alleati degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo in Siria. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che questo rappresenta un pericolo per gli aerei russi impegnati nell’operazione antiterrorismo in Siria e che esiste anche il concreto rischio che i sistemi missilistici antiaereo a spalla americani finiscano nelle mani degli stessi terroristi.
Grande attesa oggi per l’incontro a Ginevra fra esperti russi e statunitensi per trovare una soluzione definitiva alla situazione siriana.