Turchia, partono i processi contro i militari accusati del golpe di Istanbul del 15 luglio

Ankara chiede l'estradizione del predicatore Fethullah Gülen considerato la mente del colpo di stato

Immagine: Il presidente Recep Tayyip Erdogan

Istanbul, 27 dicembre 2016 – Iniziato oggi ad Istanbul,  il processo contro i militari che il governo turco considera i partecipanti al golpe del 15 luglio messo in atto per la destituzione del presidente Recep Tayyip Erdogan . Alla sbarra ventinove poliziotti di cui ventuno rischiano il triplice ergastolo con l’accusa di “tentativo di sovversione dell’ordine costituzionale” e per “tentativo di sovversione del governo”. Gli altri sette saranno giudicati per il reato di  “appartenenza a un’organizzazione terroristica armata”, e potrebbero essere condannati a 15 anni di carcere. La Turchia chiede agli Stati Uniti l’estradizione del predicatore Fethullah Gülen. E’ infatti attribuita al capo del movimento Hizmet,considerato da Ankara terroristico, la responsabilità di aver manovrato gli autori del fallito colpo di Stato del luglio scorso, che ha causato circa 270 morti e duemila feriti. Il leader dell’organizzazione che è in capo a una rete di scuole, imprese ed associazione, respinge tutte le accuse. La reazione del governo al golpe di luglio, è stata subito spietata, ha messo in moto oltre agli arresti e torture un accanimento verso gli ambienti filocurdi e quelli dell’informazione. La chiusura di numerosi giornali e l’ammanettamento di molti giornalisti,  ha soffocato e piegato ulteriormente in Turchia la libera espressione, già notevolmente compromessa.

Dopo il 15 luglio scorso nel paese sono state arrestate circa 41 mila persone che  le  autorità governative turche, ritengono siano state coinvolte a vario titolo nel colpo di Stato.  Anche a Denizli il 26 dicembre,  è stato avviato il processo contro 60 persone ed altri procedimenti giudiziari si avvieranno nel corso del 2017. L’inchiesta aperta contro chi ha tentato di uccidere Erdogan, vedrà il 20 febbraio, nella gabbia del tribunale di  Mugla, 47 presunti cospiratori.  Il corso degli arresti non  sembra fermarsi, anzi pare abbia avuto un’accellerata  nelle ultime settimane, in cui oltre mille accusati di collegamento  al movimento di Gulen sono finiti in carcere. L’occidente è in allarme e l’apertura manifestata negli ultimi anni dall’Europa  nei confronti della Turchia, circa una possibile adesione del paese all’UE, soprattutto a fronte delle ultime  misure adottate dal  governo nella reazione  al golpe,  ha subito una frenata e i rapporti diplomatici  mostrano un sensibile deterioramento.  

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