Lo Stato Islamico, o almeno i brandelli e le sacche di resistenza che rimangono asserragliati tra Siria e Iraq, ha fatto esplodere il più grande giacimento di gas naturale della Siria. Il sito di Hayyan, infatti, situato nella regione di Homs è il principale dell’area, la notizia è stata divulgata nella giornata di ieri dalla tv panaraba al Mayadin – broadcast finanziato dall’Iran – secondo cui fonti del ministero siriano del petrolio confermano quanto affermato dall’agenzia Aamaq, vicina all’Is, che aveva in precedenza diffuso foto e video in cui si affermava la distruzione del giacimento di gas naturale. Un danno enorme, ovviamente, che si aggiunge alla lunga lista di devastazioni fisiche e materiali che il paese mediorientale sta subendo da 5 anni, tra guerra civile e Is. Il sito di Hayyan prima del 2011 produceva più di tre milioni di metri cubi di gas. Sempre al Mayadin ha affermato che membri delle forze speciali statunitensi sono entrati in azione nella notte contro l’Is nel nord-est della Siria a sostegno delle forze curde impegnate nella conquista della città di Tabqa, a ovest di Raqqa, baluardo dello Stato islamico in Siria. Precisando che i militari americani si sono calati a terra nel distretto di Kubr da quattro elicotteri militari Apache. I combattimenti sarebbero durati per ore e nello scontro sarebbero stati uccisi “numerosi miliziani” dell’Is e alcuni “alti responsabili” dell’organizzazione sono stati fatti prigionieri. Ma non è possibile verificare in maniera indipendente le notizie.