L’America di Donald Trump. Oggi il nuovo presidente eletto giurerà sulla “mitica” Bibbia di Abramo Lincoln, usata per la prima volta durante il suo giuramento alla presidenza il 4 marzo 1861 (tredici giorni prima dell’Unità d’Italia). Simbolo, tra i tanti, dell’unione statunitense e mai più usata dai nuovi presidenti fino a quando Obama, nel 2009, scelse di prestare giuramento proprio con questa copia appartenuta, appunto, a Lincoln. Piccolo segno di continuità tra la vecchia e la nuova leadership alla Casa Bianca? Non ci pare. Il Paese, oggi, è più diviso che mai sulla nuova linea politica. Ad ogni modo almeno un migliaio di pullman sono già in viaggio verso Washington carichi di manifestanti pronti a partecipare alla Women’s March del giorno successivo, un corteo che già promette di essere il più grande mai organizzato in occasione di un insediamento presidenziale. Per “controllare” altri sicuri movimenti di protesta i costi della sicurezza saranno i più alti della storia, Trump infatti si appresta ad assumere l’incarico con un indice di popolarità tra i più bassi di sempre intorno al 40 per cento. Il governo federale dovrà spendere almeno 100 milioni di dollari per pagare i 28 mila agenti che dovranno garantire che tutto si svolga senza incidenti. L’Inaugurationcosterà altri 100 milioni di dollari, una sproporzione rispetto alla congiuntura economica americana. La cerimonia inizierà subito dopo l’incontro fra la famiglia Trump e gli Obama, che prenderanno insieme il tè alla Casa Bianca intorno alle 9.30. Prima (e dopo) il giuramento alla presenza del giudice della Corte suprema Clarence Thomas e del discorso presidenziale ci saranno le tradizionali performance musicali, nota dolente di tutto l’evento visto che nessuna grande star ha accettato di partecipare. Trump laconico ha scritto in uno dei suoi tweet: “Non ho bisogno delle superstar, guardate quanto hanno fatto poco per Hillary: io voglio la gente”. Toccherà esibirsi, comunque, ai ragazzi del coro della Missouri State University, ed a seguire I Three Dors Down, Toby Keith, le Rockettes, il MormonTabernacleChoir, e la giovanissima star del telent show America’s Got Talent Jackie Evancho che canterà l’inno, molto criticata dai suoi stessi fan. Alla cerimonia parteciperanno gli Obama e gli ex presidenti Jimmy Carter e George W. Bush, il padre di quest’ultimo non potrà prendere parte alla “festa” poiché ricoverato in ospedale. Infine il corteo presidenziale partirà alle 3 del pomeriggio e percorrerà la Pennsylvania Avenue, la strada che unisce il Campidoglio alla Casa Bianca, passando anche sotto l’International Trump Hotel, proprio qui gli organizzatori si aspettano proteste. E gli Obama? L’ex presidente e la sua famiglia saliranno a bordo dell’Air Force One per l’ultima volta e, come da tradizione, voleranno verso una meta sconosciuta…come nei migliori “drama” cinematografici.