Anche Google negli effetti del decreto presidenziale di Trump su visti e immigrati provenienti da Paesi a rischio terrorismo. Il colosso di Mountain View ha infatti richiamato i dipendenti all’estero per conto della azienda, che potrebbero rientrare nel giro di vite del presidente degli Stati Uniti. La notizia è stata diffusa da Bloomberg News in una nota inviata dall’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, subito dopo la firma dell’ordine esecutivo del presidente degli Usa. “E’ doloroso vedere il costo personale di questo ordine esecutivo sui nostri colleghi….Abbiamo sempre reso pubblica la nostra visione in materia di immigrazione e continueremo a farlo”, così l’ad della società sottolinea riguardo le nuove misure restrittive imposte ai cittadini di sette Paesi a prevalenza islamica: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Il provvedimento blocca l’ingresso negli Stati Uniti, alla gente proveniente dai Paesi musulmani ed anche dalla Siria, e potrebbe un forte impatto sulle società tecnologiche che reclutano personale qualificato e di talento in tutto il mondo, e si teme, che gli uomini dello staff di Google, provenienti dalla missione all’estero dai sette Paesi a rischio terrorismo indicati nel provvedimento, potrebbero non poter rientrare negli Stati Uniti.