Trump sta mettendo a punto il nuovo bando sugli ingressi ai cittadini dei sette paesi a prevalenza islamica: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Gli stessi già colpiti dal primo decreto firmato dal presidente americano il 27 gennaio scorso, “Per la protezione della nazione contro l’ingresso di terroristi stranieri”, che ha provocato caos, scontri e presidi negli aeroporti statunitensi di New York, Chicago, Los Angeles, Boston, Atlanta e altre città, oltre ai manifestanti che hanno assediato la Casa Bianca gridando e sbandierando “No Muslim ban” lo slogan lanciato sulle reti social.
Contro l’ordine di Donald Trump si è pronunciata la Corte d’Appello Federale del nono distretto di San Francisco, che ne ha sospeso l’efficacia per incostituzionalità del provvedimento. Le reazioni dell’amministrazione Trump che ha preso malamente la sentenza, non si sono fatte attendere. La scorsa settimana le autorità che si occupano di immigrazione e sicurezza dei confini” hanno avviato la ‘’ Operation Cross Check ‘’, veri e propri raid nelle strade e nelle case in danno ad immigrati irregolari, arrestati in migliaia. Atlanta, Chicago, New York, Los Angeles, oltre ad alcune aree della North e South Carolina sono le aree bersaglio dell’azione di polizia rivolta nei confronti di soggetti verso cui è stata già emessa una sentenza di condanna per reati gravi, ma anche per reati minori e addirittura verso persone di cui si ipotizzano attività criminali o illecite. Intanto la preparazione del bando bis, al quale gli esperti del presidente Usa sono impegnati dopo lo stop dei giudici di San Francisco. La rimodulazione del decreto dovrebbe prevedere misure più graduali nel divieto degli ingressi ai sette paesi a maggioranza musulmana individuati nel primo ordine esecutivo di gennaio, cosi’ da consentire a chi e’ gia’ in transito all’entrata in vigore dell’ ordine di entrare negli Stati Uniti. Alla nuova versione del bando sta lavorando soprattutto per la sua attuazione,John Kelly, segretario al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, perché ”nessuno resti bloccato nel sistema mentre e’ in transito, come accaduto con il primo decreto”.Lo stesso Kelly ha anche sottolineato che per i titolari di carte verdi l’accesso sarà libero.
Si tratterà comunque di un decreto temporaneo in attesa che il governo americano redigga nuove procedure di controllo per i cittadini dei paesi della black list, in nome del principio ‘’Non molleremo … Vogliamo che entri chi ama il nostro Paese e rispetta i nostri valori ’’ più volte affermato dal presidente degli Stati Uniti e ribadito con spirito battagliero al comizio a Melbourne, nella Contea di Brevard in Florida.