Bombe su bombe. Alle 2.30 di questa notte (le 8.30 a New York) una pioggia di missili Tomahawk si è abbattuta contro la base aerea siriana di Al Shayrat, in mano al regime di Assad. Donald Trump da una svolta alla sua presidenza a sei anni dalla guerra in Siria e lo fa nella maniera più inaspettata, senza l’approvazione del Congresso e nell’ambito del vertice con il presidente cinese Xi Jin Ping a Mar-a-Lago in Florida. Ore convulse che hanno portato l’ordine di Trump di far partire circa 59 missili Tomahawk dalle due portaerei americane al largo del Mediterraneo come reazione alla strage di Khan Sheikhoun dove martedì mattina sono morte più di 80 persone – fra cui 28 bambini – teatro degli orrori anche per l’utilizzo di armi chimiche. Bombe su bombe, dicevamo. Quanto siano efficaci tali azioni non è dato sapere, per ora. Rimane la cronaca evidente di un paese che da sei anni vive letteralmente “sotto” le bombe che da una parte e dall’altra non fanno altro che continuare a devastare un paese, nelle sue strutture materiali e immateriali. Prima di colpire, riferiscono fonti del Pentagono ai media Usa, sono stati avvertiti i russi. “Non avevamo nessuna intenzione di colpire i loro aerei” ha riferito un funzionario anonimo al New York Times. Ed eccoci a stanotte, all’annuncio – inaspettato viste le ultime dichiarazioni – di Trump: “Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l’attacco chimico. E’ un interesse vitale degli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l’uso di armi chimiche mortali”, ha detto. La Siria, ha aggiunto, “ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu” perché “non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche”. E si è poi rivolto “a tutte le nazioni civilizzate” per chiedere di interrompere il bagno di sangue in corso: “Il mondo – ha detto Trump – si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo”. Ci risiamo. La durissima reazione del governo russo, per ora, non lascia presagire nulla di buono: “Questo può essere considerato un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti contro uno Stato delle Nazioni Unite” ha dichiarato Victor Ozerov, presidente del Comitato del Consiglio della Federazione russa sulla difesa e la sicurezza. Il caos siriano continua a ingarbugliarsi.
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