Le sirene sono suonate all’alba ieri nella prefettura di Ibaraki in Giappone, seguite dall’annuncio del sistema di allerta, questo subito dopo che la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico che ha sorvolato l’isola di Hokkaido per finire poi nel Pacifico. Tutte le emittenti radio e televisive hanno interrotto i programmi per avvisare i cittadini attraverso il sistema di allerta satellitare “J-Alert”, i treni ad alta velocità sono stati sospesi e milioni di abitanti hanno ricevuto un messaggio di testo sul proprio smartphone con le seguenti parole: “Un missile e’ stato lanciato dalla Corea del Nord. Per cortesia ritiratevi in un edificio solido o un seminterrato”, seguito a distanza di pochi minuti da un altro messaggio che recitava “Un missile nordcoreano ha sorvolato questa zona. Se trovate oggetti sospetti per cortesia non li toccate mai”.
Il Consiglio di Sicurezza Onu ha condannato fortemente il lancio del missile e ha chiesto che tutti gli Stati Membri “attuino pienamente, in modo rigoroso e veloce” le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. La dichiarazione è stata adottata all’unanimità e condanna la Corea del Nord “per le sue azioni oltraggiose e le minacce contro un altro Stato membro dell’Onu, chiedendo che tali atti cessino immediatamente”.
La reazione di Seul è stata immediata: quattro caccia F-15 hanno sganciato otto bombe MK-84 sul campo militare della costa orientale, al confine con la Corea del Nord.
Il presidente statunitense Donald Trump il quale ha affermato che tutte le “opzioni sono sul tavolo”, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro giapponese Shinzo Abe, insieme si sono impegnati a “mantenere alta la pressione sulla Corea del Nord e a fare il possibile per convincere il resto della comunità internazionale a fare lo stesso”. I due leader sono stati concordi anche sull’importanza dell’influenza russa e cinese nella questione diplomatica nordcoreana.
La Cina ha aspramente criticato il lancio del missile da parte della Corea del Nord e ha dichiarato di appoggiare “completamente e per intero” le risoluzioni del consiglio di sicurezza Onu, allo stesso tempo ha invitato tutte le parti all’autocontrollo auspicando la ripresa del dialogo e dei negoziati.
Il vice ministro degli Esteri Russo Serghei Ryabkov ha invece affermato che “È chiaro a tutti che l’opzione delle sanzioni alla Corea del Nord si è ormai esaurita” e che maggiori sanzioni non porteranno a nulla, “ora l’Onu deve passare a una risoluzione che dica chiaramente no a una soluzione militare e no a sanzioni unilaterali al di fuori di quelle approvate dal Consiglio di Sicurezza”, ha concluso.
La tensione dunque resta alta e Kim Jong-Un non sembra intenzionato a fare marcia indietro, anzi ha addirittura ammesso che il missile balistico era un test preliminare per le operazioni nel Pacifico e in particolare un preludio al lancio di un missile nei pressi dell’isola statunitense di Guam.
Se voleva provocare gli Stati Uniti d’America c’è sicuramente riuscito.