È tensione tra Russia e Nato. Oggi all’alba è partita “Zapad-2017” un’esercitazione militare congiunta russo-bielorussa, tra le più imponenti degli ultimi trent’anni. “Zapad” – che vuol dire “Occidente” – metterà in campo circa 13mila soldati nei pressi del confine più orientale della Nato.
Scopo dell’esercitazione? Simulare un attacco di un Paese “terzo” alla Bielorussia, uno sfoggio della capacità operativa di Mosca tra la “Rutenia Bianca” (chiamata così in passato) e l’enclave di Kaliningrad. Il think-tank di Varsavia Centre for Eastern Studies, che segue da mesi la preparazione di Zapad-2017, ha iniziato la guerra delle informazioni tra la Russia e la Nato e da settimane si susseguono varie interpretazioni circa l’azione russa. Mossa intimidatoria? Prova di forza in clima di nuova Guerra Fredda? Prologo di una guerra contro Lituania e Polonia? Primo passo per l’occupazione ibrida di un Paese amico? Staremo a vedere. Ciò che non sfugge agli analisti di tutto il mondo è la costante voglia di far vedere i “muscoli” da parte di Putin che, nel geo-clima attuale, non porta di certo a rasserenare il bioritmo internazionale del pianeta.
I numeri. Secondo i dati del ministero della Difesa russo, le esercitazioni vedranno occupati circa 7200 militari delle Forze armate di Minsk, 5500 russi, 70 tra aerei ed elicotteri, 250 carri armati e dieci navi. Le esercitazioni, ha affermato il capo di Stato maggiore russo Valeri Gherasimov: “sono di routine e di carattere difensivo e non rappresentano una minaccia a terze parti”. Chiaramente non tutti stanno al gioco e le “provocazioni” da entrambe le parti non si fermano, con la Svezia che anticipa Zapad con Aurora 17, l’esercitazione più imponete degli ultimi 23 anni, con circa 19 mila soldati svedesi e di Paesi alleati come Danimarca, Estonia, Francia, Lituania, Norvegia e Stati Uniti. Lo scenario delle manovre è un attacco a sorpresa contro la Svezia. Attacco da un Paese «X», ma guarda caso l’isola di Gotland, armata fino all’inverosimile, è geo localizzata davanti all’enclave militarizzato di Kalinigrad. Scenari inquietanti.
Ad ogni modo le forze armate di Russia e Bielorussia, nel corso dell’esercitazione, si preparano ad attaccare la Veishnoria, la Vesbaria e la Lubenia. Obiettivo, stroncare l’offensiva in corso contro la Bielorussia.
Quanto dureranno queste prove tattiche? Dal 14 al 20 settembre. Ridda di voci sui numeri effettivi: secondo Ursula Von der Leyen, ministro della Difesa tedesco, coinvolgeranno oltre 100mila uomini. Dichiarazione che i russi hanno categoricamente smentito, ricordando la cifra ufficiale comunicata in linea con gli accordi internazionali e insistendo sulla natura difensiva delle manovre. Dall’altra parte del confine, soprattutto in Polonia e tra i Paesi Baltici provati dalla storia, pochi sono disposti a fidarsi.
Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha detto: “Seguiremo le manovre da vicino, vigili ma anche calmi perché non vediamo minacce imminenti contro nessun alleato”. Il paradosso di tutta questa faccenda è che ci si prepara a qualcosa – un attacco russo alla Nato, o il contrario – che pochi analisti militari, da una parte e dell’altra, considerano realistico, nella consapevolezza comune delle conseguenze drammatiche di una guerra in Europa. Fanta guerra o possibilità concreta?
Intanto enormi strutture militari e comandi di diversi Paesi si esercitano su scenari che a noi, francamente, sembrano improbabili ma che evidentemente per “loro” non lo sono.