? esercito siriano ha annunciato attraverso un comunicato ufficiale di aver abbattuto un jet israeliano dopo l’attacco subito da alcune postazioni militari nei pressi di Damasco.
Le forze armate siriane hanno aggiunto inoltre che ci saranno delle “pericolose ripercussioni”, che Israele “sarà pienamente responsabile” e che “questa vergognosa aggressione conferma il sostegno di Israele ai gruppi terroristi e i suoi disperati tentativi di risollevare il loro morale dopo le pesanti sconfitte subite”. Per il momento però non ci sono conferme da parte del governo israeliano né dei raid in Siria né dell’aereo abbattuto.
Le forze governative in Siria dopo aver riconquistato la parte Est del paese e aver quasi definitivamente eliminato le forze di Daesh (Isis), sono ora impegnate in una grande offensiva contro i ribelli nella provincia di Idlib nel Nord-Ovest, e in un’offensiva più piccola nella parte Est di Damasco. Ma mentre Bashar al-Assad dichiara vittoria il popolo siriano continua a soffrire e a morire.
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) nei bombardamenti aerei e di artiglieria avvenuti nella provincia occidentale di Idlib il 7 gennaio, sono stati uccisi 21 civili, tra i quali 8 bambini, mentre un’esplosione avvenuta la stessa sera nella sede del gruppo fondamentalista Ajnad al-Quqaz formato da miliziani caucasici, ha provocato la morte di almeno 25 persone. L’Ondus fornisce un bilancio di 34 morti, tra cui 18 civili, affermando che non è ancora possibile stabilire se si sia trattato di un’autobomba o di un raid aereo.
Secondo una notizia riportata questo pomeriggio dall’Agenzia Nova “La Coalizione nazionale dell’opposizione siriana ha chiesto al Consiglio di Sicurezza e all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di muoversi per ottenere la fine dell’escalation militare delle truppe di Bashar al Assad nelle zone di Idlib, nel nord della Siria, e di al Ghouta orientale, nella provincia di Damasco. In una nota la Coalizione ha sottolineato che l’offensiva interessa anche le zone di de-escalation e serve ad imporre una situazione sul terreno a vantaggio del regime nel silenzio della Comunità internazionale”.
Il pesante numero di vittime civili causato dal conflitto in Siria ha inasprito i dibattiti in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il quotidiano britannico “The Guardian” ha riportato che nel 2017 sono state oltre 15mila le vittime civili uccise durante le operazioni militari a guida statunitense contro l’Isis in Siria e in Iraq, in crescita del 42% rispetto all’anno precedente.
Il Regno Unito ha però dichiarato di non avere prove che possano dimostrare con certezza la presenza di vittime civili durante i raid arei condotti nelle operazioni anti-Isis, mentre gli Stati Uniti hanno affermato di aver ucciso almeno 801 civili in maniera non intenzionale.
Attualmente migliaia di civili sono in fuga verso nord, al confine con la Turchia, dove ci sono temperature molte rigide. La provincia di Idlib ospita due milioni di persone, migliaia delle quali si erano rifugiati in essa a seguito dei combattimenti avvenuti in altre parti del paese. Il timore maggiore è che questa offensiva militare così ampia possa portare a tantissime vittime civili e a una nuova emergenza umanitaria, con migliaia di profughi.
Ancora nessuna pace purtroppo per il popolo siriano.