Donald Trump non non ha fatto attendere la sua risposta a una settimana dall’attacco chimico alla città siriana di Duma. In diretto coordinamento con Londra e Parigi ha lanciato i primi missili. Lo ha fatto in diretta tv in un drammatico discorso alla nazione, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito “un mostro” che massacra il proprio popolo. E, come raccontano alcuni testimoni, i primi missili Tomahawk cadevano su Damasco e Homs proprio mentre il presidente americano stava ancora parlando, intorno alle 22 ora di Washington, le tre del mattino in Italia.
L’azione del presidente americano ha irritato il congresso che lo accusa di non chiesto l’autorizzazione per l’attacco. La decisione di Donald Trump di sferrare un attacco alla Siria senza ottenere prima un’autorizzazione del Congresso sta divampando molte polemiche negli Stati Uniti.
Per ora si è trattato di una ‘one night operation’, un’operazione unica durata poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati colpiti principalmente tre obiettivi, come ha spiegato il Pentagono: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. I missili sono partiti sia da alcuni bombardieri sia da almeno una delle navi militari americane posizionate nelle acque del Mar Rosso.
“Questo è un chiaro messaggio per Assad”, ha spiegato il segretario americano alla Difesa, l’ex generale James Mattis, assicurando come al momento non si registrino perdite tra le forze Usa e come sia stato compiuto ogni sforzo per evitare vittime civili. Del resto, ha sottolineato ancora il numero uno del Pentagono, si è trattato di un attacco mirato che ha avuto come obiettivo solo siti legati alla produzioni o allo stoccaggio di armi chimiche. “Lo scorso anno il regime di Assad non ha compreso bene il messaggio”, ha aggiunto quindi Mattis, riferendosi al precedente attacco militare Usa in Siria dell’aprile 2017: “Così questa volta abbiamo colpito in maniera più dura insieme ai nostri alleati. E se Assad e i suoi generali assassini dovessero perpetrare un altro attacco con armi chimiche, dovranno rispondere ancora di più alle loro responsabilità
La Russia condanna fortemente l’attacco in Siria: lo ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass. La prima risposta di Mosca, stretta alleata di Damasco, era arrivata dopo l’annuncio della fine della prima ondata di raid e di bombardamenti: “Le azioni degli Usa e dei loro alleati non resteranno senza conseguenze”, aveva detto l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov. L’impressione di molti osservatori però è che gli obiettivi da colpire siano stati condivisi con Mosca, non fosse altro che per evitare incidenti e non colpire personale o postazioni russe in Siria.
Fonti del regime di Assad affermano che contro la Siria “sono stati lanciati circa 30 missili, un terzo dei quali sono stati abbattuti”. Lo scrive la Reuters in un tweet.
“La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio del 2017 e’ stata superata. Quindi ho ordinato alle forze armate francesi di intervenire questa notte, nell’ambito di un’operazione internazionale congiunta con gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito e diretta contro arsenali chimici clandestini del regime siriano”. Cosi’ il presidente francese, Emmanuel Macron, twittando la foto del momento in cui ha ordinato l’attacco.
La Casa Bianca fonda la “certezza” sull’uso delle armi chimiche da parte di Damasco su quanto pubblicato dai media, ” foto, video e i resoconti dei sintomi
“Non è finita. Quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti”: lo affermano fonti dell’amministrazione Trump, spiegando come il piano messo a punto dal Pentagono “prevede molta flessibilità che permette di procedere a ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte”. La più grande preoccupazione, si spiega inoltre, è l’accresciuta capacità della Russia rispetto allo scorso anno in termini di difese antimissili e antiaerea.
La Nato sostiene l’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia contro i siti di armi chimiche del regime siriano. Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg in una nota. L’azione di stanotte “ridurrà la capacità del regime di condurre ulteriori attacchi contro il popolo siriano con armi chimiche”, aggiunge Stoltenberg, ribadendo come sia “inaccettabile” l’utilizzo dei gas. L’Onu fa appello alla “moderazione”, dopo l’attacco, avvenuto nella notte italiana, alla Siria, condotto da Stati Uniti, insieme ai loro alleati, Francia e Gran Bretagna.
Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato che l’attacco coordinato degli Usa e degli alleati, Francia e Gran Bretagna, contro la Siria “e’ una violazione del diritto internazionale e un attacco alla sovranita’ siriana”.
Ma la Francia,dichiara che la Russia è stata vvertita prima dell’attacco. Un avvertimento fatto in anticipo degli attacchi militari congiunti di Usa, Regno Unito e Francia contro la Siria”. Ad affermarlo la ministra della Difesa francese, Florence Parly che definisce l’operazione in Siria “legittima, limitata e proporzionata”.
Mosca non ha attivato i suoi sistemi di difesa aerea dislocati in Siria. Lo fa sapere il ministero della Difesa, citato dalla Tass. I raid di Usa, Gran Bretagna e Francia sono stati contrastati unicamente dai sistemi antimissilistici siriani “S-125, S-200, Buk e Kvadrat”. “Sono sistemi prodotti oltre 30 anni fa in Unione Sovietica”, ha precisato il ministero russo.
Negli Stati Uniti scoppia la polemica per la decisione di Donald Trump di sferrare un attacco alla Siria senza ottenere prima un’autorizzazione del Congresso. Anche alcuni deputati repubblicani si sono uniti al coro dei democratici guidati dalla leader della minoranza alla Camera Nancy Pelosi nel criticare il presidente che avrebbeviolato la costituzione. “Mentre Assad deve essere ritenuto responsabile per l’uso illegale di armi chimiche contro i civili, i bombardamenti che sono stati portati a termine senza il benestare del Congresso sono inaccettabili”, ha commentato il senatore dem Bob Casey, spiegando come la costituzione Usa non prevede che il presidente abbia l’autorità di decidere da solo un attacco militare.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato costantemente informato questa notte degli sviluppi degli attacchi militari in Siria, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e Difesa e con i vertici militari.
Nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi in mattinata il premier ha dichiarato :L’azione di questa notte stata una risposta “motivata all’uso di armi chimiche”.Gentiloni sottolinea ‘LItalia non ha partecipato ad attacco in Siria’’e “il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria. “L’azione circoscritta, mirata a colpire” le armi chimiche, “non può e non deve essere l’inizio di un’escalation. Armi chimiche non degne della nostra civiltà ha rimarcato il premier Gentiloni “A un secolo dalla fine della prima guerra mondiale non possiamo rassegnarci all’idea che le armi chimiche possano essere utilizzate. Sono proibite da tutte le leggi internazionali e le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci sono inaccettabili, non sono degne della nostra civiltà. Le abbiamo viste in questi giorni e non le possiamo tollerare”.