Ankara – Crollo in picchiata per la lira turca. Nuove ore di tensione per la moneta di Ankara che da giovedì continua a perdere oltre un quarto del proprio valore. La Banca centrale turca nella mattinata di ieri aveva assicurato: prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare stabilità. Le rassicurazioni sono però cadute nel vuoto, non sono servite ad arginarne la caduta ed i mercati tremano e vengono risucchiati dal vortice della crisi monetaria del paese. La Borsa crolla e la lira turca aggiorna continuamente i nuovi minimi su dollaro ed euro superando anche la perdita del 10 agosto del 15 % e raggiungeribassi rispettivamente del 7,30% e del 7,45%. Con l’aumento dello Spread in Europa si registrano complessivamente Borse deboli, Piazza Affari riduce le perdite ma l’euro rimane fragile.
Da una crisi che spinge sull’orlo del precipizio la Turchia e la pone al centro di un durissimo scontro con gli Stati Uniti che raddoppiano i dazi su alluminio e acciaio del 20% e 50%, Recep Tayyip Erdogan si difende attaccando il presidente Usa Donald Trump che ha autorizzato l’aumento delle sanzioni. ‘’Ci difenderemo … Non è da Stato serio risponderemo al raddoppio delle tariffe ‘’ e si dice convinto che la crescita ci sarà e parlando dalla sua regione d’origine sul Mar Nero nei giorni scorsi ha detto ‘’se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro Allah’’. Poi il presidente turco punta il dito sui social ed avvia un’indagine su 346 di questi ritenuti responsabili in buona parte della crisi monetaria per aver ‘’pubblicato contenuti che hanno provocato la crisi del cambio” lira-dollaro ‘’ che Erdogan ha tentato di scongiurare invitando il popolo turco al cambio inverso del dollaro in lira .’’Cambiate gli euro, dollari e l’oro che avete sotto il cuscino in lire turche nelle nostre banche’’ in risposta alla guerra economica scatenata ‘’contro di noi ‘’.
A veicolare la crisi monetaria di Ankara del 10 agosto, lo scontro diplomatico del paese con gli Stati Uniti per la mancata scarcerazione del pastore evangelico Andrew Brunson, detenuto in Turchia da ottobre 2016, con l’accusa di essere legato ai golpisti di Fetullah Gulen, residente negli Usa dal 1999, la cui estradizione è stata ripetutamente chiesta da Ankara e negata da Washington. A lanciare l’allarme le sanzioni contro i ministri degli Interni e Giustizia Usa per aver condotto la via negoziale al rilascio del pastore americano. Il tentativo di Erdogan di porre rimedio con un colloquio a Washington con il vice segretario di Stato John Suliivan non è servito come non ha sortito gli effetti sperati la telefonata con Vladimir Putin sull’asse Nato. Su questo piano il presidente della Turchia accusa gli Stati Uniti “Da un lato siete nostri alleati nella Nato, dall’altro cercate di pugnalare alle spalle un partner strategico“. ’Usa vogliono pugnalarci alle spalle “I fondamentali della nostra economia sono molto forti“ Ha dichiarato Erdogàn da Trebisonda ai suoi sostenitori ‘e tornando ad attaccare gli Stati Uniti ha detto . “Stanno cercando di fare con il dollaro ciò che non sono riusciti a fare con il colpo di stato.” Non ci fermeremo’’ ha annunciato il presidente turco sostenendo che Ankara avvierà altri piani per sostenere la moneta aggiungendo che dollari, euro e oro sono ormai come “proiettili, palle di cannone, e missili di una guerra economica” scatenata contro il suo Paese.
“Abbiamo capito il vostro gioco e raccogliamo la sfida.. Troveremo altre soluzioni al dollaro e continueremo a produrre”. Così Erdogàn affiancato dalla moglie dalla città del Mar Nero.
La Banca centrale turca sta fornendo al sistema creditizio la liquidità necessaria rifiutando per il momento un rialzo dei tassi d’interesse, per tentare di tamponare la gravissima crisi economica che ha tanto allarmato i cittadini che intanto hanno iniziato a tagliare le spese e ritirare il contante dalle banche per convertirlo in dollari. I risparmi depositati stanno perdendo potere d’acquisto. ‘’Nessuno ha interesse a destabilizzare economicamente la Turchia; bisogna fare di tutto perché ci sia una banca centrale indipendente che possa lavorare” a dirlo la cancelliera tedesca Angela Merkel che il 28 settembre attende la visita di Erdogàn. Il presidente turco per l’occasione sarà ricevuto dal capo di Stato tedesco Frank-Walter Steinmeier. ‘’Perché ci sia uno scambio critico e aperto bisogna poter parlare insieme’’ è la risposta diplomatica del partito della Merkel alle critiche suscitate per la visita di Stato di Erdogàn in programma a Berlino. ‘’Certo è molto importante che il presidente non se ne approfitti per creare nuovi conflitti di lealtà all’interno della comunità dei turchi che vivono in Germania’’ ha sottolineato la cancelliera tedesca a proposito della comunità turca in Germania la più significativa tra quelle straniere.