La crisi dei rifugiati venezuelani coinvolge sempre più da vicino i paesi dell’America Latina, i quali cominciano a mettere in atto dure contromisure per arginare quello che è un vero e proprio esodo di massa.
Sono circa 2,3 milioni i venezuelani che vivono all’estero (la popolazione totale è di circa 30 milioni), di cui 1,6 milioni sono scappati dopo il 2015 (il 90% verso altri Stati del Sudamerica), 500.000 soltanto nel 2018.
Ecuador e Perù hanno iniziato ad adottare delle severe contromisure adoperando un giro di vite sul rilascio dei permessi temporanei di soggiorno e introducendo la necessità di un passaporto per i cittadini venezuelani che cercano di attraversare il confine con la speranza di transitare verso i paesi che offrono maggiori opportunità.
Significativa poi la decisione dell’Ecuador di uscire dall’ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) adducendo come motivazione la frustrazione nei confronti della mancanza di volontà da parte del Venezuela e del governo di Nicoáls Maduro di trovare una soluzione alla crisi in essere. Una crisi che ha originato il “maggior esodo della storia contemporanea del continente”, ha aggiunto il cancelliere ecuadoregno José Valencia, evidenziando ancor di più l’isolamento del governo venezuelano.
Funzionari per le attività della migrazione in Perù stimano che nella prossima settimana arriveranno circa 100.000 sfollati venezuelani, che si aggiungeranno al mezzo milione che già risiede nel paese. Un flusso migratorio che mantiene un ritmo di 3.000 rifugiati al giorno e che forse conoscerà una leggera inflessione solo a partire da domani sabato 25 agosto, quando sarà necessario avere un passaporto.
In Brasile nel frattempo, un attacco nei confronti di un campo profughi allestito lungo il confine ha richiesto l’intervento della polizia militare.
Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha espresso preoccupazione nei confronti di questa situazione e ha lanciato un appello affinché venga trovata una soluzione continentale a questa emergenza. Ha chiesto un maggior sostegno nei confronti dei paesi che accolgono i rifugiati venezuelani e si è poi appellato a questi stessi paesi affinché non chiudano le frontiere e continuino ad offrire accoglienza e sicurezza ai venezuelani in difficoltà.