Dal 2017 ad oggi migliaia di persone fuggite dalle violenze nella Repubblica Democratica del Congo hanno trovato rifugio in Zambia. Così è nato l’insediamento di Mantapala, dove circa 5 mila cittadini zambiani vivono e lavorano insieme a più di 10 mila rifugiati. In questo modo si creano nuove opportunità per tutti.
Quando abbiamo chiesto a Maxim, uno dei rifugiati congolesi, cosa si aspetta dal futuro sorridendo ci ha risposto che tutti ora vogliono intraprendere la propria attività come agricoltori o artigiani, “non vediamo l’ora. Qui abbiamo trovato la pace, ora vogliamo godercela”.
Un nuovo approccio consente ai rifugiati di vivere a fianco della comunità locale a Mantapala, aumentando i mezzi di sostentamento per tutti.
Mela Mwansa si china per innaffiare le sue piante, inzuppandone le radici nel terreno rosso e sabbioso. Intorno a lei, i germogli verdi si protendono verso la luce screziata che si intravede tra gli alberi. Queste piante significano molto per Mela, che da sempre lavora la terra.
È infatti il primo raccolto da quando, con la sua famiglia, è fuggita da un attacco armato nel suo villaggio a sud della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e ha cercato sicurezza oltre confine in Zambia.
“Mi sento bene quando vedo crescere i prodotti del mio orto, il verde mi dà speranza”, dice Mela, 35 anni, arrivata in Zambia con il marito e sei bambini nell’ottobre del 2017. Sono tra le migliaia di rifugiati che, dall’agosto del 2017, abbandonano le proprie case a causa dell’escalation di violenza nella RDC.
Per ospitarli, il governo dello Zambia, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le organizzazioni partner hanno fondato l’insediamento di Mantapala, un sito di 8.000 ettari nella provincia di Luapula, vicino al confine con la RDC. Costruito intorno a terreni agricoli esistenti, ospita attualmente oltre 10.800 rifugiati congolesi e circa 5.000 abitanti dello Zambia, la maggior parte dei quali sono agricoltori, commercianti o artigiani.
“Mi sento bene quando vedo crescere i prodotti del mio orto, il verde mi dà speranza”.
“I rifugiati spesso arrivano con nient’altro che le loro capacità”, afferma George Omondi, funzionario dell’UNHCR per il sostentamento. “È importante che abbiano l’opportunità di realizzare appieno le loro potenzialità”.
L’insediamento di Mantapala è stato pensato proprio per questo scopo. Alle famiglie di agricoltori come quelle di Mela viene assegnato mezzo ettaro di terreno che consente loro anche l’accesso al mercato dove possono vendere i loro prodotti. Per Mela, che fuggendo ha perso tutto, la terra non rappresenta solo un’ancora di salvezza, ma l’occasione di provvedere a se stessa e alla sua famiglia negli anni a venire.
“Sarò felice quando riuscirò ad avere un appezzamento più grande, perché potrò coltivare prodotti che posso vendere”, spiega Mela, che spera di guadagnare qualcosa vendendo manioca e mais al mercato. “Con il denaro, posso comprare vestiti per i miei figli e altro cibo, oltre agli aiuti alimentari che riceviamo dal PAM (Programma Alimentare Mondiale)”.
“I rifugiati portano con sé molte opportunità, comprese le loro capacità e punti di forza che possono essere condivisi con le comunità ospitanti”, spiega Pierrine Aylara, Rappresentante dell’UNHCR in Zambia.
L’insediamento rientra nell’ambito di un approccio innovativo e più ampio che si è adottato per far fronte ai flussi di rifugiati in tutto il mondo. In linea con il Quadro generale di risposta ai rifugiati (CRRF), lo Zambia si adopera per includere i rifugiati nel suo Piano di sviluppo nazionale (NDP) e garantire che sia loro che le comunità ospitanti traggano beneficio dagli investimenti nella regione attraverso il sostegno allo sviluppo.
I rifugiati come Mela non sono gli unici a godere di questo nuovo approccio promosso dallo Zambia nell’intento di favorire la convivenza con le comunità ospitanti. Nell’ambito di tale progetto, anche gli zambiani possono infatti coltivare la terra e avere accesso al mercato.
Questa strategia ha cambiato la vita di Kelvin Mwansa, un agricoltore del luogo. Quando è nato l’insediamento di Mantapala, Kelvin ha avuto terreni extra, piantine, strumenti e consulenza dalla Caritas della Repubblica Ceca, partner dell’UNHCR. Ma soprattutto, il nuovo mercato creato all’interno dell’insediamento gli ha consentito di risparmiarsi 70 km di viaggio di andata e ritorno per vendere i suoi prodotti.
“Sono felice che i rifugiati siano qui”, dice Kelvin, 29 anni, che si è stabilito su questi terreni con la sua famiglia due anni prima del loro arrivo. “La gente del posto e i congolesi vivono in armonia perché tutti hanno le stesse opportunità. C’è un mercato qui e ci sono persone, quindi è molto più facile per me vendere quello che coltivo”.
A pochi passi dalla fattoria di Kelvin, i commercianti allestiscono le loro bancarelle nel mercato dell’insediamento. Oltre a offrire agli agricoltori la possibilità di vendere i loro prodotti, il mercato offre anche opportunità per commercianti e artigiani, sia rifugiati che locali.
In una di queste bancarelle, Mirika Bwalya, una commerciante zambiana, sta preparando dei mucchietti di kapenta, piccole sardine salate tradizionalmente usate come condimento. L’arrivo dei rifugiati ha rappresentato per lei una nuova fonte di reddito. Ora viene due volte alla settimana, partendo dal vicino villaggio di Kampampi e fermandosi a comprare il pesce da vendere dai commercianti che si trovano lungo la strada.
“Sto cercando di guadagnare il denaro sufficiente per pagarmi gli studi”, dice Mirika, 28 anni. “Le cose a volte procedono a rilento qui, ma, a poco a poco, riesco sempre a vendere tutte le sardine. È bello che il mercato sia qui: posso stare con la mia famiglia mentre lavoro”.
Nelle vicinanze, in una piccola baracca con il tetto di lamiera, Frederick Puta supervisiona la produzione nel suo laboratorio di sartoria. Frederick è un rifugiato congolese e al suo arrivo a Mantapala, nel gennaio 2018, insieme a sua moglie e ai cinque figli, ha speso tutti i soldi che aveva per comprare una macchina da cucire. Otto mesi dopo, gli affari vanno a gonfie vele. Ora ha cinque macchine da cucire e quattro impiegati, tutti rifugiati della RDC come lui.
“Sono felice che i rifugiati siano qui”.
“Sono fortunato perché vivo in un posto in cui i rifugiati possono lavorare e avviare un’attività propria”, dice Frederick, 44 anni, che aveva un negozio di sartoria anche in Congo. “Grazie al mio lavoro, ho un reddito che posso usare per comprare altre cose come cibo, medicine e materiale scolastico per i miei figli”.
Mentre la sua attività continua a crescere, Frederick spera di assumere persone locali, che, ci spiega, costituiscono il 50% dei suoi clienti. Il pezzo forte del suo negozio è un tipo di giacca congolese a doppio petto che pochi zambiani sanno fare.
“I rifugiati portano con sé molte opportunità, comprese le loro capacità e punti di forza che possono essere condivisi con le comunità ospitanti”, spiega Pierrine Aylara, Rappresentante dell’UNHCR in Zambia. “Spesso in Zambia sono imprenditori e si integrano molto bene con la comunità ospitante”.
Se hanno la possibilità di lavorare, aggiunge Pierrine Aylara, i rifugiati non solo riescono a diventare autosufficienti, ma rappresentano un incentivo per l’economia del luogo, sia acquistando prodotti locali sia apportando nuove competenze alle aree spesso scarsamente sviluppate in cui si stabiliscono.
“I rifugiati portano con sé molte opportunità”.
L’anno scorso, il governo dello Zambia ha approvato una nuova normativa volta a favorire l’inclusione dei rifugiati, garantire nuovi diritti di proprietà e l’accesso ai servizi finanziari e giudiziari e facilitare l’ottenimento della residenza permanente e la naturalizzazione.
La legge stabilisce anche un quadro d’azione per l’allestimento di insediamenti come quello di Mantapala, che garantisce ai rifugiati l’accesso a terreni e servizi e l’inclusione delle aree che li accolgono nei piani di sviluppo nazionali.
“L’insediamento di Mantapala è un buon esempio di come i rifugiati abbiano un impatto economico positivo sulla comunità locale”, concorda Abdon Mawere, Commissario zambiano per i rifugiati. “La gente del posto l’ha accolto con entusiasmo, i rifugiati sono un’opportunità, non necessariamente un peso”.
I nuovi rifugiati provenienti dallo Zambia sono desiderosi di essere all’altezza di questa aspettativa. Pochi giorni dopo essere fuggito per trovare sicurezza oltreconfine, Maxim Kaputa, rifugiato congolese, parla del suo sollievo e della speranza di una nuova vita a Mantapala.
“Qui in Zambia siamo molto felici”, afferma Maxim, 64 anni, che è fuggito alla fine di agosto da un attacco al suo villaggio, Pweto, ed è venuto a cercare i suoi due figli adulti che vivevano già nell’insediamento. “Ora di notte possiamo dormire. Adesso sappiamo cos’è la libertà”.
Alla domanda su quali siano le sue speranze per il futuro, Maxim sorride. “Tutti noi vogliamo iniziare un’attività”, dice, salutando i nuovi arrivati nella zona di transito di Mantapala. “Non vediamo l’ora. Qui abbiamo trovato la pace, ora vogliamo godercela”.