Domenica 31 marzo in Ucraina si svolgeranno le elezioni presidenziali, seguite da quelle per il Parlamento (Rada) che avranno luogo in ottobre. È prevista una forte affluenza alle urne: ben l’84% dei 35 milioni di elettori ucraini con diritto di voto.
Tantissimi i candidati alla corsa, 44 per l’esattezza, anche se, come ci raccontano i sondaggi, la contesa sarà principalmente a tre e interesserà l’attuale presidente Petro Poroshenko, che si aggiudica il 14,8% delle preferenze, Yulia Timoshenko con l’8,7% e Volodymyr Zelensky con il 24,6%. Come si può notare nessuno di loro supera il 50% e quindi il ballottaggio è quasi assicurato.
Il candidato favorito, Volodymyr Zelensky, ha una storia davvero singolare. Zelensky, 41 anni, comico di professione, è recentemente salito alle luci della ribalta grazie alla sua interpretazione come protagonista nella fiction tv “Servo del Popolo”, in onda dal 2015. La serie televisiva racconta la storia di un professore (Zelensky) che ingaggia una lotta solitaria contro la corruzione avvalendosi dell’uso dei social network e che infine viene eletto presidente. La realtà dunque supera la fantasia perché il successo del programma ha spinto l’attore a fondare un partito con lo stesso nome, ovvero “Servo del Popolo”, e a candidarsi davvero come presidente. Forse Zelensky è un fautore del metodo Stanislavskij ed è così che si prepara alla prossima stagione televisiva. Aldilà di come stanno i fatti quel che è certo è che si trova in testa ai sondaggi.
Il presidente uscente, Petro Poroshenko, eletto con il 55% delle preferenze nel 2014, sembra aver perso buona parte del consenso popolare. Poroshenko ha dovuto concentrare quasi tutti i suoi sforzi nel conflitto che da ormai cinque anni attanaglia l’Ucraina Orientale e che è costato la vita ad almeno 13 mila persone. È stato proprio in virtù delle tensioni fra quella parte della popolazione che voleva restare sotto l’influenza russa e quelli che invece guardavano all’Europa e all’Occidente a portare Poroshenko alla presidenza. Mentre la Russia annetteva la Crimea e sosteneva l’indipendenza dell’Ucraina Orientale da Kiev, Poroshenko ha cercato di avvicinare l’Ucraina all’Europa, questo però ha significato anche operazioni improntate al libero mercato. La concessione di fondi da parte dell’Fmi (Fondo Monetario Internazionale) era vincolata all’allineamento delle tariffe delle forniture domestiche con i prezzi di mercato. Di conseguenza sono stati tagliati i sussidi al gas e se la stabilità macroeconomica è stata salvaguardata lo stesso non si può dire della micro perché tante famiglie si sono ritrovate in gravi difficoltà economiche. Anche per questo motivo Poroshenko non gode del sostegno su cui poteva fare affidamento cinque anni fa.
? ultima fra i candidati favoriti è Yulia Timoshenko, nemica giurata di Poroshenko. È alla sua seconda corsa presidenziale, dopo la sconfitta del 2014, ed è stata primo ministro nel 2005 e poi nel 2007. È conosciuta come la leader della rivoluzione arancione ucraina ed è stata la prima donna in questo paese ad aver ricoperto la carica di primo ministro. Nel 2011 è stata arrestata con l’accusa di malversazione di fondi pubblici ed è potuta uscire dal carcere solo nel 2014, quando il suo reato è stato depenalizzato grazie a una legge in Parlamento e contemporaneamente era scoppiata la violenta rivolta popolare che ha portato alla deposizione dell’allora presidente Janukovy?. Yulia Timoshenko ha paragonato i tagli ai sussidi per il gas al genocidio
La Commissione Elettorale Centrale dell’Ucraina inoltre ha completato la registrazione degli osservatori ufficiali. Ci saranno un totale di 2344 osservatori provenienti da 19 organizzazioni internazionali e 17 stati stranieri. ? obiettivo è quello di vigilare affinché le elezioni vengano svolte in maniera democratica e senza brogli.