“Ringrazio l’Italia, per aver tenuto aperta la sua ambasciata, per mantenere in funzione l’ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo. Ma siamo di fronte a una guerra di aggressione che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C’è bisogno che l’Italia e l’Europa siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Khalifa Haftar, un uomo che ha tradito la Libia e la comunità internazionale”.
Il presidente del governo di unità di Tripoli Fayez Serraj ha incontrato alcuni giornalisti oggi 15 aprile nel palazzo del governo di Sikka Road. L’allarme accorato che lancia è rivolto in particolar modo al nostro Paese: “Non ci sono solo gli 800 mila migranti potenzialmente pronti a partire, ci sarebbero i libici in fuga da questa guerra, e nel Sud della Libia sono già ritornati in azione i terroristi dell’Isis che il governo di Tripoli con l’appoggio della città di Misurata aveva scacciato da Sirte 3 anni fa”.
I consiglieri di Serraj riferiscono che nei giorni scorsi il Ministero degli Interni ha arrestato proprio a Tripoli un primo terrorista dell’Isis arrivato da Sebha, impegnato in una operazione di riconoscimento per individuare obiettivi da attaccare. Afferma Serraj: “L’azione a tradimento di Haftar porterà distruzione alla Libia e ai paesi vicini, non sarà possibile nessuna trattativa se non cesserà il suo attacco alla popolazione e se non si ritirerà”.
Intanto oggi a Roma il vicepresidente del Consiglio presidenziale, Ahmed Maitig, invitato in Italia dal governo Conte per consultazioni. Da ieri sera è in città il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohamed al Thani, cugino dell’emiro Tamim. I due sono alleati da anni sul fronte libico e in questi ultimi giorni Qatar e governo di Tripoli hanno stretto ancora di più la collaborazione per fronteggiare l’attacco militare dell’esercito del generale Khalifa Haftar che l’inviato speciale dell’Onu, Ghassan Salamè, stamattina ha definito un vero e proprio “colpo di Stato”.
Sul terreno intanto divampano gli scontri. Stamattina un’autobomba è esplosa nella zona di Sidi Khalifa nel centro di Bengasi: secondo il quotidiano Libya Observer l’obiettivo dell’attentato era il responsabile della direzione dell’antiterrorismo, il colonnello Adel Barghati. L’esplosione è avvenuta al passaggio del convoglio sul quale viaggiava Barghati, che è rimasto illeso.