Immagine : Mauricio Macri
Se non c’è libertà senza fraternità, quest’ultima “non si dà senza la concreta realizzazione dei diritti sociali”. Lo scrivono le Chiese e le comunità religiose dell’Argentina, che in occasione della Festa nazionale, celebrata lo scorso 9 luglio, si esprimono unitariamente con un documento dedicato alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre. Il documento è firmato dal presidente della Conferenza episcopale argentina, mons. Oscar Ojea, e dai rappresentanti delle chiese evangeliche e delle comunità ebraiche e islamiche. Per i leader religiosi “è necessario rivitalizzare la democrazia”, senza ridurla a un semplice atto attraverso il quale si eleggono delle persone. Infatti, la democrazia “si atrofizza, perde rappresentatività e si disincarna se lascia fuori il popolo”. Non mancano alcune richieste esplicite ai candidati, a cominciare da quella di “presentare con chiarezza e realismo le proprie idee e programmi, senza cadere in aggressività non necessarie” e nel discredito dell’avversario. Segnalata nel documento anche l’importanza della “trasparenza e onestà personale, assieme alla trasparenza nel ruolo istituzionale”. In particolare, non ci devono essere dubbi sull’indipendenza del potere giudiziario da quello politico. Nelle comunità religiose c’è la convinzione che i grandi problemi del Paese – dalla povertà al narcotraffico, dall’ambiente al lavoro, dal rispetto per la vita a quello per gli anziani e l’infanzia – non si risolvono nella logica dell’alternanza di potere, ma richiedono “continuità”, dato che il Paese non è stato fondato “in quattro o otto anni”.(Agensir)