25 febbraio 2020 – E’ morto Hosni Mubarak . L’ex presidente egiziano aveva a 91 anni.
Le sue condizioni di salute già compromesse si sono aggravate negli ultimi giorni. Dopo il ricovero in terapia intensiva, secondo fonti locali, un intervento chirurgico in extremis avrebbe causato la morte. A dare notizia della scomparsa di Mubarak è stata la famiglia.
Quarto presidente dell’Egitto indipendente, venne nominato vicepresidente della Repubblica dopo una brillante carriera militare svolta nei ranghi dell’aeronautica egiziana, dove si distinse come generale durante la guerra del Kippur (1973). Assunse la presidenza, succedendo ad Anwar al-Sadat, a seguito dell’assassinio di questi il 6 ottobre 1981.
Trenta anni di potere fino alle dimissioni obbligate dalle proteste di piazza della “primavera araba”
Nella cruenta rivoluzione morirono 800 persone in 18 giorni, negli attacchi diretti a rovesciare il Faraone, così era definito Mubarak. Capo di Stato dal 1981 al 2011 venne sconfitto e condannato all’ergastolo. Accusato per aver disastrato economicamente e socialmente il paese con misure, causa di inflazione, disoccupazione, povertà e aver introdotto limitazioni alla libertà politica e ai diritti umani. Grazie alla Costituzione del 1971, Mubarak ha esercitato a lungo un forte controllo sul Paese favorendo la ferocia della polizia. Una situazione implosiva che portò alla protesta nel 2011 e all’arresto di Mubarak, dell’ex ministro dell’Interno e di sei ex alti funzionari di polizia. Tutti incriminati di aver dato l’ordine di trucidare centinaia di manifestanti pacifici.
Mubarak, dopo la sua caduta condannato al carcere a vita, scontò alcuni anni di carcere per corruzione e repressione violenta delle proteste, per essere poi trasferito in un ospedale militare a causa di problemi di salute. Rilasciato nel 2017 dopo essere stato scagionato dalla maggior parte delle accuse. Ottenne l’assoluzione durante la revisione del processo che portò all’annullamento della sentenza di condanna da parte della Corte di Cassazione.
Durante il suo lungo mandato Hosni Mubarak fu uno dei più influenti leader del Medio Oriente.
Appoggiato dai leader occidentali, come alleato nella lotta contro l’estremismo islamico, espresse capacità diplomatiche abilissime come stabilizzatore in Medio Oriente e nel conflitto israelo-palestinese. Malgrado i complessi rapporti con gli Stati Uniti soprattutto per l’invasione dell’Iraq nel 2003, Mubarak riuscì ad ottenere il loro sostegno finanziario per calcare la scena del panorama geopolitico con grande autorevolezza. Miliardi di dollari in quegli anni passarono dalle casse degli Usa a quelle del governo egiziano.
La maggioranza della popolazione iniziò a mal tollerare l’egemonia del presidente ‘dal pugno di ferro’, mettendo in risalto situazioni poco chiare sull’andamento politico del paese e la mancanza di riforme che potessero risollevarlo dalla linea di povertà in cui versava. Brogli e corruzione furono al centro delle elezioni del 2005. Le proteste dei cittadini e dei gruppi organizzati iniziarono ad intensificarsi, certi del fatto che Mubarak stesse lavorando nel trasferimento dei suoi poteri al figlio Gamal.
La tensione sociale salita sempre più, culmina nel 2011 esplodendo nella rivolta della ‘Primavera araba’ che travolse il presidente Mubarak con tutto l’entourage.
Domani funerali di Stato per Hosni Mubarak, attesi Al Sisi e altri leader arabi.