Il “mini” Supermartedì delle primarie di ieri ha segnato definitivamente, a meno di un miracolo politico, le sorti dei due sfidanti Dem rimasti in lizza: Biden ha trionfato in Michigan, Missouri e Mississippi, a Sanders il North Dakota. Una volta conquistata la vetta l’ex vicepresidente non la sta più “mollando”, anzi, ha solo vinto.
Bernie Sanders si porta a 663 delegati contro gli 823 di Biden in una corsa a due verso i 1.991 necessari per ottenere la candidatura e sfidare Donald Trump.
Biden ha fatto il pieno sia tra gli afroamericani sia tra i blue collar del distretto automobilistico di Detroit, un risultato di grande impatto politico.
Nel Mississippi chiamato anche “Trumpland” – dal sindaco della capitale locale Jackson e leader della comunità afroamericana, Chokwe Antar Lumumba – Biden ha ottenuto 125 delegati. Qui Trump nel 2016 ha raggiunto quasi il 60% delle preferenze e Hillary Clinton meno del 40%. Sarà difficile conquistarlo.
Biden, insomma, dimostra di aver messo insieme una coalizione trasversale, capace di prevalere tanto nel profondo Sud, quanto nella ex “Rust Belt”, cintura delle industrie «arrugginite» che sta vivendo, soprattutto in Michigan, una nuova e interessante trasformazione.
Verso la nomination
La “macchina da guerra elettorale” di “Joe” ha preso i giri e sarà difficile fermarla, supportata dalle strutture e dai fondi di Michael Bloomberg, una convergenza unanime sulla sua candidatura. Dopo Buttigieg, Klobuchar e lo stesso ex sindaco di New York, anche gli ex concorrenti Kamala Harris e Coory Booker si sono allineati, appoggiandolo ufficialmente.
Bernie Sanders, leader “socialista democratico” ha provato a recuperare consensi tra la comunità afroamericana, sbandierando l’endorsement di Jesse Jackson, collaboratore di Martin Luther King, poi leader del movimento dei diritti civili e infine candidato alle presidenziali del 1984 e 1988. Operazione fallita.
Next stop: martedì prossimo si vota in Florida, che ha un elettorato ispanico poco incline al sogno socialista di Sanders. Il 24 marzo in Georgia, dove la coalizione multirazziale di Biden dovrebbe tornare utile.