Il tanto atteso dibattito tra Donald Trump, presidente uscente, e Joe Biden, andato in scena qualche ora fa ha, per molti, umiliato la democrazia. Il peggior dibattito presidenziale nella storia degli Stati Uniti, così lo ha definito il Washington Post in apertura, una “performance sconfortante” in un paese che da 244 anni pratica la democrazia. Già, perché è proprio la storia politica e democratica degli States a lasciare sgomenti analisti e politologi in tutto il pianeta. Il primo vero match tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti finisce in un caos condito da insulti reciproci: “buffone” e “incapace” i refrain della serata.
Secondo il sondaggio CNN per 6 americani su 10 Biden ha vinto il primo round. Solo il 28% ritiene che abbia prevalso Trump, apparso nervoso soprattutto in merito alla sua più recente e divisiva nomina di un giudice alla corte suprema che, in pratica, sposta molto a destra gli equilibri della massima istituzione di garanzia del paese.
La “sanità” altro tema cardine nell’America sventrata dalla crisi economica dovuta all’emergenza pandemica, Biden ha ricordato a Trump di “aver consigliato di utilizzare la candeggina” finendo poi con un “Tutti sanno che il presidente Donald Trump è un bugiardo e un clown”. Trump prova a interrompere ripetutamente Biden, finché quest’ultimo non invita bruscamente il presidente a starsene zitto. “Non c’è nulla di intelligente in te, ti sei diplomato come ultimo della classe”, risponde Trump. Insomma, via così senza soluzione di continuità.
La politica urlata prende il sopravvento. Donald Trump e Joe Biden sono agli antipodi anche sulla questione razziale. “Quest’uomo non ha fatto nulla per gli afroamericani, quello che ha fatto è stato un disastro”, ha detto il candidato dem. “Hai avuto un ruolo da protagonista nella legge penale del 1994 che ha penalizzato i neri”, ha replicato il presidente.
Sondaggi. Per RealClearPolitics, sito che calcola la media dei principali sondaggi, Biden a poco più di un mese dal voto risale con un vantaggio di 6,6 punti sul presidente in carica, mentre nel primo sondaggio reso noto dopo il match – quello di YouGov condotto per conto dell’Economist – il candidato democratico appare in testa di otto punti. Biden ottiene infatti il 50% dei consensi, contro il 42% di Trump.
Intanto Trump torna in Minnesota dopo i caotico dibattito presidenziale, per una raccolta fondi ed un comizio a Duluth, nella Iron Range, l’area mineraria, un settore duramente colpito dal coronavirus. La carta della “rissa elettorale” è di certo un azzardo, ma in un’America ormai divisa e lacerata nulla è scontato.
Questa campagna elettorale casinista ci ricorda la fragilità della democrazia, anche nei paesi più compatti e sicuramente in quelli in cerca di stabilità, ma anche la necessità di costruire istituzioni forti, durature e capaci di affrontare possibili involuzioni. Una lezione che la storia troppo spesso ci ha ricordato e altrettanto molto velocemente abbiamo scordato.