Bathoul Ahmed, un’operatrice umanitaria di UNHCR, che opera nel quartiere di Sikari, nella parte orientale di Aleppo racconta la drammatica vicenda degli ultimi dieci anni di milioni di siriani fuggiti dalle loro case.
Oltre 5,5 milioni sono ospitati nei paesi vicini, mentre circa 6,7 milioni di persone sono ancora sfollate all’interno della Siria.
In questo video, Bathoul Ahmed mostra alcune delle famiglie che ha incontrato, molte delle quali sfollate più volte.https://www.youtube.com/embed/FmPmJUMO-Ek?feature=oembed
Dieci anni dopo l’inizio della guerra, la situazione resta molto difficile ed è ancora più drammatica a causa della pandemia di Covid-19.
Nel corso di tutti questi anni, UNHCR è rimasta in Siria per sostenere donne, uomini e bambini. Milioni di siriani hanno ancora bisogno di aiuto urgente.
Oggi la vita in Siria è più dura che mai.
10 anni di guerra in Siria hanno generato 6,7 milioni di sfollati interni e 5,5 milioni di rifugiati, di cui il 45% minori di 18 anni.
Una crisi che colpisce soprattutto i bambini e i giovani: è in gioco il futuro di un’intera generazione di Siriani.
Sempre più persone hanno difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria di base. L’insicurezza alimentare è sempre più diffusa. Le nostre operazioni a sostegno dei rifugiati siriani rischiano di essere fortemente compromesse dalla grave carenza di fondi.
”Abbiamo bisogno del tuo sostegno per garantire ai rifugiati l’accesso ai beni primari, all’istruzione e alle cure mediche.” l’appello di Bathoul Ahmed UNHCR in Siria
Il COVID 19 ha aggravato la situazione, rendendo l’emergenza ancora più drammatica. Il 2021 potrebbe essere l’anno più difficile dall’inizio del conflitto.
Dopo 10 anni di guerra ogni giorno è un’emergenza.
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UNHCR in Siria
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, nasce all’indomani della Seconda Guerra Mondiale con il compito di assistere i cittadini europei fuggiti dalle proprie case a causa del conflitto. Una struttura temporanea, nei programmi iniziali: tre anni per completare il compito, poi la chiusura. Era una previsione ottimistica, ora lo sappiamo.
Settant’anni dopo, continuiamo a lavorare ogni giorno accanto ai rifugiati: in un mondo in cui ogni due secondi una persona è costretta ad abbandonare la propria casa a causa di conflitti o persecuzioni, il nostro compito è più importante che maiShare on FacebookShare on TwitterShare on PinterestShare on Linkedin
