Mosca stringe la morsa a Facebook e Twitter. La denuncia di Osce per le severe restrizioni ai media da authority russa

La guerra all'informazione segue parallelamente l'invasione della Federazione russa in Ucraina. Bandite le parole invasione insieme a  vittime civili. In violazione delle disposizioni previste sanzioni di milioni di rubli.  Fake news nel luogo del conflitto: uno scenario informativo complesso e fortemente allarmante. 
Mosca stringe la morsa ai canali dell’informazione imponendo restrizioni alle piattaforme Facebook e Twitter. La guerra all’informazione segue parallelamente l’invasione della Federazione russa in Ucraina. Inaccessibili da venerdì sera i principali social network in Russia. Nell’assenza di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità russe, i servizi di facebook rilevano accessi limitati e nelle ultime ore anche quelli di Twitter. Blocchi confermati dai rappresentanti dei rispettivi net-work. Il rifiuto alla interruzione delle verifiche sui contenuti dei media di Stato russi, avrebbe comportato la restrizione dei servizi del social statunitense. L’accessibilità ad Internet è fondamentale in tempi di crisi, la popolazione ha diritto a poter entrare liberamente e senza limiti e in sicurezza, è stato spiegato in un messaggio da Twitter mentre procedono nel lavoro di mantenimento di sicurezza dei servizi. Al centro dei servivi di protezione in corso dall’azienda Zuckeberg, anche gli account di Instagram attraverso Meta platforms impresa che controlla i servizi messaggistica istantanea Whatsapp e messanger. Limitazioni che si aggiungono ad lunga serie di attacchi governativi alla libertà dei media imposti dal Roskomnadzor (Il Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dei mass media ) sull’utilizzo soltanto di informazioni provenienti da fonti ufficiali russe nel riferire sull’operazione militare russa in Ucraina, pena pesanti multe per la diffusione di “informazioni false” e la chiusura dei loro siti Web. Arriva forte la denuncia di OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, la più grande organizzazione di sicurezza regionale al mondo) che definisce minacciose le restrizioni imposte dalle autorità russe alla libertà dei media e alla libertà di informazione. Una violazione del diritto fondamentale alla libertà di espressione corrisponde all’introduzione della censura, ha affermato il 24 gennaio Teresa Ribeiro, rappresentante di OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa)  accusando l’agenzia di regolamentazione dei media in Russia, l’istruzione di Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media) che impone severe restrizioni ai media scelta delle fonti di informazione. “Chiedo alle autorità russe di revocare immediatamente la disposizione e di consentire il libero flusso di informazioni e la libertà dei media in linea con gli impegni e gli obblighi internazionali dell’OSCE”.

“Operazione militare speciale” o attacco al posto di  “invasione” insieme a  vittime civili”, espressioni bandite dai testi di informazione. L’authority russa ha censurato i resoconti di vittime civili, vietando la diffusione di informazioni sulla guerra che non abbiano ricevuto il via libera dal governo. Le notizie ritenute false saranno bloccate.  

Le testate russe sono state allertate dal Roskomnadzor, la copertura delle informazioni dovrà seguire rigidamente le indicazioni del servizio russo di controllo sulle comunicazioni e i media. Oltre alla chiusura delle testate che sembrerebbe già una decina siano cancellate dal panorama editoriale della federazione russa. In violazione delle disposizioni previste sanzioni di milioni di rubli. Preoccupante anche la diffusione di informazioni e immagini non veritiere dal luogo di guerra ucraino che, impazzano sui social e non solo. Nella tragedia di una guerra inattesa e infame farsi spazio in uno scenario propagandistico complesso diventa fortemente allarmante.


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