Roma, 10 Marzo 2023 – Le manifestazioni contro la riforma della giustizia in Israele hanno raggiunto anche Roma. Mentre a Palazzo Chigi era in corso il colloquio tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, in piazza Santi Apostoli tra le 150 e le 200 persone hanno manifestato per preservare la democrazia in Israele, sventolando la bandiera blu e bianca. La manifestazione è stata organizzata dal gruppo indipendente “Liberi cittadini israeliani”, composto da esponenti della società civile israeliana in Italia e vi hanno partecipato israeliani, ebrei e italiani.“Siamo qui insieme, israeliani, ebrei, cittadini del mondo libero per sostenere a gran voce un Israele democratico. Siamo qui uniti perché nessun cittadino del mondo libero deve rimanere indifferente quando cade la democrazia in Israele”, hanno detto i manifestanti in un loro discorso.
E ancora: “Qui a Roma siamo in ansia per l’esistenza di Israele. Siamo qui insieme e chiediamo a Netanyahu, accusato di corruzione, frode, e abuso di fiducia di mettere giù le mani dalla democrazia israeliana. Metti in pericolo l’esistenza dello Stato di Israele. Ci stai mettendo tutti a rischio. Un Israele antidemocratico indebolisce e mette in pericolo anche l’ebraismo mondiale”.Le immagini della manifestazione in Piazza Santi Apostoli, a Roma.
In una dichiarazione ad “Agenzia Nova”, Shira Brand, israeliana che vive a Firenze con la sua famiglia, ha affermato: “Siamo israeliani, ebrei e cittadini del mondo molto preoccupati per la situazione attuale in Israele. Il governo attuale con Benjamin Netanyahu sta cambiando le regole del gioco e si mette a rischio la nostra democrazia. Ha il potere assoluto e sta cercando di cambiare le regole”. Per Shira, “nessuna democrazia può accettare questa cosa. Sta facendo una riforma per cambiare la Corte suprema e siamo in una discesa senza freni per diventare una dittatura. E tutto deriva da motivi personali e dalle accuse di presunta corruzione a suo carico”. Israele “è del popolo, di nessun leader. Un Israele democratico è interesse di tutto il mondo”, perché “siamo sempre stati l’ancora della democrazia nel Medio Oriente. Ci dovete sostenere, non possiamo restare soli”, ha concluso Shira. Tra gli slogan intonati dai manifestanti “Bushà” (vergogna) e “Bibi lo rotzim otach yoter” (“Bibi” – soprannome con cui viene definito il primo ministro – “non ti vogliamo”).Alla manifestazione a favore della democrazia e contro la riforma della giustizia attualmente in esame in parlamento hanno partecipato anche italiani per esprimere solidarietà. Gianni Misano, italo-israeliano, ed ex pilota dell’Aeronautica israeliano ha dichiarato a “Nova”. “Non siamo anarchici, siamo persone democratiche e accettiamo il risultato delle elezioni e che Bibi governi, quindi. Quello che non accettiamo è che seghi le gambe al sistema democratico di Israele”. Con questa manifestazione, ha proseguito Misano, “chiediamo al primo ministro di fare un passo indietro”. Commentando le dichiarazioni del primo ministro israeliano, che nei giorni scorsi ha definito i manifestanti “anarchici”, Misano ha affermato: “E’ curioso che il primo ministro definisca anarchici quelli che hanno servito il Paese. Oggi Netanyahu pensa di poter controllare questa riforma perché ha il potere, ma nel momento in cui non ci sarà più lui a gestire la destra, questa riforma sarà pericolosa, per i nostri figli e per i figli stessi di Netanyahu”.L’organizzatore della manifestazione, Itamar Danieli, ha ribadito a “Nova” che la manifestazione di oggi mira a “sostenere la democrazia israeliana, contro il governo di estrema destra che vuole cambiare le leggi e ha troppo potere”. “Se la legge sulla riforma della giustizia passerà, la democrazia israeliana sarà in pericolo perché il governo ha più potere della Corte suprema”, ha detto Itamar. Israele, infatti, non ha una Costituzione, ma una Legge fondamentale redatta nel 1948, che finora è coadiuvata dal principio di ragionevolezza dei giudici della Corte suprema. “La Corte suprema ha un ruolo importantissimo in Israele perché il Paese non ha una Costituzione. Abbiamo manifestato per la democrazia: gente di destra, di sinistra, ebrei, israeliani e italiani. Tutti insieme per salvare la democrazia”, ha concluso l’organizzatore.La riforma riguarda il ruolo della Corte suprema e il suo attuale potere di bloccare le leggi anti-costituzionali. In Israele, infatti, non esiste una Costituzione ma solo delle Leggi fondamentali. Il parlamento, la Knesset, è monocamerale e il presidente non ha il potere di bloccare le leggi. Mancano, quindi, quei paletti stabiliti in Italia dalla Costituzione per controllare l’attività dell’esecutivo. Finora, in Israele il ruolo di garante è stato esercitato proprio dalla Corte suprema, che ha diritto di veto su ogni norma attraverso una clausola di ragionevolezza, che annulla in automatico una legge quando non è considerata “ragionevole”. Con la riforma della giustizia, attualmente in esame in parlamento, il governo Netanyahu vuole cambiare lo stato delle cose e limitare il potere dei giudici supremi.In particolare, il testo prevede un aumento della quota di membri eletti direttamente dal governo della commissione incaricata di nominare i 15 giudici della Corte suprema. Oggi la commissione è composta da nove membri, di cui quattro politici scelti dal governo (2 ministri, 2 parlamentari). La riforma, il cui iter dovrebbe concludersi a fine marzo, prevede di incrementare a 11 il numero dei membri della commissione e otto saranno nominati dal governo. La riforma stabilisce poi la cancellazione della clausola di ragionevolezza, a parte per le norme che riguardano le Leggi fondamentali, per le quali servirà una maggioranza ampia. Infine, si vuole attribuire al parlamento monocamerale il potere di bloccare le sentenze della Corte, dando così ai deputati, dunque alla maggioranza che esprime il governo, l’ultima parola sui giudici. i giudici potranno bocciare solo le leggi “incostituzionali” e solo a maggioranza ampia. La riforma della giustizia proposta dal governo Netanyahu, attualmente alle prese con processi per presunta corruzione, porrà la Corte “sotto tutela”. ( da Agenzia Nova)
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Le immagini della manifestazione in Piazza Santi Apostoli, a Roma.