Hach Ahmed (MSP), disappunto all’inviato dell’ONU per le sorti dei giovani Sahrawi

Il conflitto del Sahara Occidentale, un dramma senza soluzione di continuità nell'indifferenza della Comunità Internazionale. Giovani combattenti saharawi continuano a morire. Hach Ahmed Bericalla, primo segretario del MSP, esprime un messaggio diretto alla protezione per la popolazione sahrawi, in una lettera inviata a Staffan de Mistura

Il Movimento Saharawi per la Pace MSP esprime rincrescimento, all’inviato dell’ONU per il Sahara per la morte dei giovani sahrawi in una guerra che avrebbe dovuto essere fermata da tempo.

Ancora una volta la situazione è in una fase preoccupante. Lo scontro tra Marocco e Sahara Occidentale sembra come cristallizzata. Il conflitto si svolge lungo il muro nel deserto. Dopo ventinove anni dal cessate il fuoco, la ripresa della guerra, il 13 novembre 2020.

La guerra del Sahara occidentale è stato un conflitto armato tra la popolazione indigena dei Sahrawi facente parte del Fronte Polisario e il Marocco dal 1975 al 1991 (e Mauritania dal 1975 al 1979), essa rappresenta la fase più significativa del Conflitto del Sahara occidentale.

Il popolo sahrawi o saharawi, cioè “sahariano” (italianizzazione del termine in arabo الصحراويون‎?, al-ṣaḥrāwī;) è costituito dai gruppi tribali arabo-berberi tradizionalmente residenti nelle zone del Sahara Occidentale gravitanti sul Sāqiyat al-ḥamrāʾ (Saguia el Hamra) e sul Wādī al-dhahab (Río de Oro) che, già nel corso della dominazione della Spagna, avevano cominciato negli anni trenta a reclamare la loro indipendenza.

A fomentare l’azione bellica, l’esercito marocchino penetrato nella zona cuscinetto dove vige il controllo delle Nazioni Unite in missione per impedire il blocco nel valico di El Guerguerat controllata dalla missione Onu Minurso, imposto dai saharawi. Si tratta dell’unica via commerciale tra Marocco e Mauritania. Dal novembre 2020, la guerra a colpi di artiglieria è combattuta lungo circa tre chilometri di muro di sabbia. Le truppe marocchine sono schierate in trincea lungo la linea del fronte adiuvati da droni che sorvolano cieli sorvegiando l’area del Sahara Occidentale.

Intanto giovani combattenti saharawi muoiono. Hach Ahmed Bericalla, primo segretario del MSP, esprime un messaggio diretto alla protezione per la popolazione sahrawi, in una lettera inviata a Staffan de Mistura, (diplomatico e politico, nominato il 7 ottobre 2021 dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres suo Inviato Personale per il Sahara occidentale)

Testo della lettera:

Staffan de Mistura

Gentile signor Staffan de Mistura

Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara occidentale:

vi scrivo nuovamente con lo scopo di informarvi della morte di tre persone, oltre al ferimento di altre tre, durante un intervento di droni marocchini nella regione nord-orientale di Mahbes. Secondo le informazioni pervenute immediatamente, uno dei tre feriti è morto in seguito a causa delle gravi ferite riportate durante l’attacco.

Nell’esprimere il nostro disappunto per il fatto che giovani innocenti, generalmente figli di famiglie povere, continuano a perdere la vita in una guerra che avrebbe dovuto essere fermata molto tempo fa, non posso non chiedervi di non risparmiare alcuno sforzo per porre fine, al più presto possibile, a questo spargimento di sangue inutile.

Contesto

La questione del Sahara Occidentale rientra tra le questioni di conflitto ancora aperte ricadenti nella sfera d’azione diplomatica delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea. Territorio ricco di risorse minerarie situato strategicamente sull’oceano Atlantico, confinante con la Mauritania a sud, con l’Algeria a sud – est e con il Marocco a nord, è stato secolarmente preda di politiche coloniali da parte di Paesi stranieri, quali la Spagna già nel XV secolo. Che ottenne a partire dal 1934 un controllo completo sulla popolazione nomade dei Saharawi. Dopo la seconda guerra mondiale i Saharawi speravano nel supporto del Marocco nella lotta per l’indipendenza dalla colonizzazione spagnola. Per tale motivo la popolazione del Sahara Occidentale a sua volta si schierò attivamente alle battaglie per l’indipendenza del Marocco, che arrivò nel 1956.Nei decenni successivi maggiore consapevolezza si fece strada nella coscienza nazionale dei Saharawi, legata ad un processo politico fondato sul confronto tra altri movimenti di liberazione africani. Finché Il 16 dicembre 1965 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la prima risoluzione sul Sahara Occidentale, chiedendone l’indipendenza dal regime franchista spagnolo. La prima resistenza della popolazione saharawi iniziò a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, entrando a far parte del movimento MLS, poi nel Fronte POLISARIO (Fronte di Liberazione di Saguiat – Al – Hamra e Rio de Oro). A seguito delle azioni di guerriglia del Fronte, Franco si rivolse alle Nazioni Unite, per l’indizione di un referendum tra i saharawi per l’autonomia del loro territorio. Era il 1974, il fatto recò disappunto al Marocco che insieme alla Mauritania meditava la spartizione aveva intenzione del Sahara Occidentale. Marocco e Mauritania tesero a determinare il rinvio del referendum tra il 24 ottobre e il 5 novembre dello stesso anno. Iniziò l’invasione dei territori del Sahara e a sud dalla Mauritania, dalle truppe di Hassan II, denominata marcia verde. I saharawi dovettero spostarsi verso il confine con l’Algeria. Un esodo forzato che portò alla proclamazione della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). Dell’esilio la popolazione saharawi verso il 1977 creò l’esercito di liberazione del popolo saharawi (ESLP). Contro gli obiettivi strategici di Marocco e Mauritania furono adottate azioni di guerriglia. Dopo varie vicende nel 1991 le il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò pprovazione la risoluzione 690 con la quale si istituiva la missione MINURSO. Un Piano di Pace e di controllo per il cessate il fuoco tra il Marocco e il Fronte Polisario in rappresentanza politico-militare del popolo Saharawi. Rimane molto lontana per la popolazione Sahrawi la prospettiva di lasciare l’area algerina di Tindouf dove sono esiliati dal 1974. L’interesse per la questione africana, da parte della Comunità Internazionale nel frattempo è andata affievolendosi, mentre si alternano gli aiuti umanitari di Organizzazioni non Governative e delle agenzie dell’ONU (ACNUR e PAM) e dell’Unione Europea.

Immagine di copertina: Hach Ahmed Bericalla, primo segretario del MSP. ( Wikipedia)

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