È uscito nelle piattaforme on line “Fratellanza. Fratelli di sangue e di avventura” per Susil Edizioni, il primo romanzo del giovanissimo Riccardo Ferola, 13 anni, originario di Pompei.
Il libro, edito in italiano e in inglese, narra la storia di due fratelli adolescenti che, nel pieno degli anni Ottanta, stanchi delle vessazioni e dei soprusi subiti dalla famiglia, decidono di lasciare la loro città, Castellammare di Stabia, e di avventurarsi tra San Marino e la Riviera Romagnola per inseguire i loro sogni.
Una narrazione scorrevole e uno stile semplice che svelano la freschezza e la sensibilità del giovane autore adolescente del quale si apprezza anche la capacità di aver costruito una trama coerente con agganci al contesto storico-culturale che fa da sfondo al racconto, attraverso la citazione di fatti, canzoni, fumetti e l’uso di oggetti in voga in quegli anni. Tutti elementi che fanno di questo testo una lettura certamente adatta ai ragazzi ma godibile, anche, da generazioni più adulte.
In attesa del sequel della storia, proviamo a scoprire qualcosa in più sull’autore.
Classe 2008, un cuore che batte per la sua terra natale, Pompei, e lo sguardo curioso sul mondo dopo vari anni trascorsi con la famiglia tra Qatar, Emirati Arabi e adesso Cipro. E poi tante passioni, il sassofono, il golf, la geopolitica, la playstation e, infine, la scrittura.
Perché hai scritto questo libro e com’è nata l’idea?
Ho scritto il libro durante il primo lockdown. Avevo già in mente questa storia ed avendo tanto tempo a disposizione ho voluto semplicemente farlo. L’adrenalina che ho provato nell’immaginare due ragazzi, più o meno della mia età, che scappano di casa e vanno in alcuni dei miei luoghi preferiti, mi ha fatto stare bene. Avevo già scritto un piccolo racconto nel 2018 ma non ero soddisfatto e quindi, in questo caso, mi sono dedicato con più impegno. Avevo questa storia in mente e volevo che prendesse forma.
Le vicende dei personaggi si snodano tra luoghi della tua terra d’origine che conosci bene. Qual è il tuo legame con l’Italia nonostante vivi all’estero da tanto tempo?
Il mio legame con l’Italia è fortissimo, sono due anni che non torno nel mio paese e scrivere e fare ricerche mi ha fatto sentire un po’ più vicino.
La tua storia è ambientata nel 1986 e fai riferimento a fatti accaduti proprio in quegli anni. Come mai hai scelto questo periodo e come ti sei documentato al riguardo?
Ho scelto gli anni ‘80 perché è l’epoca dei miei genitori e sembrava un periodo felice quando ne ho sentito parlare. Qualche aneddoto me lo hanno raccontato loro, poi mi sono documentato su internet cercando quasi tutte le cose e i fatti accaduti.
Che idea ti sei fatto dei ragazzi degli anni Ottanta? Ci sono secondo te delle differenze con quelli di oggi?
I ragazzi di oggi sono molto più isolati, l’amicizia è molto rara. Prima era diverso. Credo che in generale siamo una generazione che ha poco coraggio.
Cosa consiglieresti ai ragazzi della tua età che vogliono inseguire una passione come quella della scrittura?
Vorrei consigliare ai miei coetanei di non avere paura di scrivere, di esprimersi sempre e di far valere le proprie opinioni. Ma soprattutto, se avete dei genitori che non vi supportano e non vi comprendono, provate a confrontarvi comunque con loro o cercate un aiuto esterno se necessario. L’adolescenza è un periodo complicato.
Il tuo libro si intitola “Fratellanza. Fratelli di sangue e di avventura”. Quanto sono importanti questi legami nella tua vita e in generale nella vita di un adolescente?
Nella mia vita sono molto importanti benché io abbia solo due sorelle, alle quali, nonostante la differenza di età, sono molto legato. A volte però, per i miei coetanei e anche per me, gli amici sono più importanti della famiglia. In questa fase della vita, talvolta i giudizi, positivi o negativi, possono avere un peso molto importante. Durante l’adolescenza esiste solo il bianco o il nero e ovviamente il supporto degli amici conta tantissimo.
Il libro è disponibile su Amazon Italia e Susil edizioni