Messina, 1 dicembre 2022 – “Mi sono limitato a raccontare la storia, non ho preso posizione perché non sono uno storico, il mio libro racconta fatti conosciuti e provati” così Giuseppe Carrisi giornalista RAI, documentarista, autore del libro “Il filo nero. Il ritorno in Europa e in Occidente di nazismo e fascismo” Infinito edizioni, (settembre 2022), presentato a Messina il 27 novembre scorso con la partecipazione di folto pubblico. La Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, ha accolto l’evento, aperto dai saluti istituzionali e l’ampia introduzione della Direttrice della Biblioteca, Tommasa Siragusa, che ha richiamato i moniti operati da Primo Levi e di Albert Camus, ne “La Peste”, con una metafora, significante allegoria, a vigilare per evitare che il morbo possa di nuovo ammorbarci.
A seguire la presentazione dell’autore e dei relatori a cura del moderatore, il giornalista Domenico Interdonato.
Sono Intervenuti : Il docente Dario Caroniti dell’Università di Messina, che ha evidenziato: “Il nazismo e il fascismo non sono contro la cultura, ma sono un errore della cultura, quasi tutti sono stati contaminati, pochissimi hanno avuto il coraggio di non schierarsi e in questo contesto anche tutti gli atenei allora si schierarono con il fascismo. Nel dopo guerra ci fu una riabilitazione generale, perché era necessario ripartire, c’era la necessità di chiudere e di coinvolgere in questa ripartenza anche la Germania. L’autore sente la responsabilità dei protagonisti della storia, a mio parere la responsabilità è del mondo culturale, pertanto non è corretto deresponsabilizzarci per accusare gli altri”.
Roberto Sciarrone, docente in Sapienza Università di Roma, ha sottolineato : “Nell’ultimo capitolo del volume, Giuseppe Carrisi cita Primo Levi sul valore della memoria oggi fondamentale soprattutto per le giovani generazioni. La storia del Novecento ci ha raccontato eventi terribili, siti come Dachau, ad esempio, sono la testimonianza di una parte degli orrori del secolo scorso commessi dall’uomo. Oggi come ieri bisogna però analizzare il fatto storico attraverso la sua lunga durata e le fonti archivistiche disponibili. Solo così possiamo comprendere avvenimenti complessi che hanno cambiato società, Stati e i rapporti geopolitici internazionali, nel tempo e nello spazio. Dall’armistizio di Compiègne alla Conferenza di Pace di Parigi, dagli orrori del nazi-fascismo alla Guerra Fredda, dalla “fine della storia” teorizzata da Francis Fukuyama allo “scontro di civiltà” di Samuel Huntington. Infine Putin che rispolvera paradigmi ormai obsoleti e la sua guerra nel cuore dell’Europa. Ecco, forse alcuni sentimenti xenofobi, sovranisti e poco attenti alle minoranze non hanno mai cessato di ardere in un’Europa che oggi, come ieri, fa ancora i conti con il suo passato”.
I contributi dei relatori intervenuti hanno aperto ad un interessante dibattito che ha coinvolto il pubblico, con momenti di riflessione e interrogativi rivolti all’autore del volume Giuseppe Carrisi che ha chiuso lo spazio culturale ringraziando i promotori dell’incontro: “da messinese che vive a Roma, ho sempre il piacere di ritornare in città, oggi mi avete fatto sentire il vostro caloroso affetto, grazie per la meravigliosa accoglienza che mi avete riservato”. “Gli eventi producono inevitabilmente una scia, per poterli commentare in maniera serena bisogna aspettare che l’effetto svanisca almeno oltre i 100 anni”, lo ha sottolineato Interdonato coordinatore del tavolo, prima di concludere i lavori con i saluti finali.
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“Il filo nero. Il ritorno in Europa e in Occidente di nazismo e fascismo”
Trama del libro Il nazifascismo non è morto con la fine della seconda guerra mondiale. Ha continuato a vivere nell’ombra. Si è insinuato come un fenomeno carsico in attesa di incarnarsi in nuovi “miti”. Non fa parte solo della storia e della memoria, ma – in qualche modo – è di nuovo “protagonista” in mezzo a noi. In questo libro, Giuseppe Carrisi – documenti alla mano – ripercorre il filo che lega quel passato al nostro presente: dalla fuga dei criminali nazisti, all’indomani della caduta del regime hitleriano, alle complicità del Vaticano e degli alleati; dal “colpo di spugna” nella Germania postbellica, all’ascesa – in tutto il mondo – di gruppi e movimenti dell’destra estrema, nuova minaccia per le democrazie. Fino agli oscuri canali di finanziamento che alimentano quest’internazionale nera: non ultima la Russia di Putin, che mira a espandere la sua influenza e a indebolire le istituzioni occidentali.