Roma, 10 dicembre 2022 – Alberto Bevilacqua diceva della sua scrittura: “Ogni parola ha un gesto di magia”. In “Quando Morgana mi raccontò” Pierfranco Bruni, in oltre 352 pagine di poesie divise in sezioni omogenee, attraverso il velo del velo del mistero misurando la parola, osservando il gesto dell’attenzione e ascoltando la magia che sembra provenire da echi lontani di tempo e di destino. Un poesia potente e delicata, scavata e alchemica, toccata e toccante e misteriosa.
Una poesia che si scorre come grani di un rosario, aveva scritto molti anni fa Donato Valli, prefando un suo libro degli anni Novanta, che in questo elegantissimo testo edito dalla prestigiosa e storica casa editrice Millella, (Lecce) dalla antica eredità nata nell’università salentina, (in libreria in questi giorni), si snocciola tutta tra le dita ornate dalla preghiera del profondo. Ma Morgana è, appunto, una metafora, un mito, un ancestrale intreccio di linguaggi e di sentieri percorribili con l’attenzione arcana dei veri maestri. Pierfranco Bruni è un maestro. Questo libro lo conferma con una immensa regia tra il pensiero poetico, il cammino mitico, il dare sapiente e filosofico. La poesia, in questo libro, appunto, è un lungo viaggio. Si incontrano metafisici cammini tra le metafore, i miti, la memoria e il ricordare in un elegante tracciato semantico, la cui visione estetica diventa tradizione e innovazione, vissuto ed esistenza. Pierfranco Bruni usa l’allegoria già a partire dal titolo. Nel verso la tensione lirica, tra un gioco di paticità e perseveranza, crea un immaginario ironico che sta alla base del corpus dell’intero progetto poetico di Bruni.
“Quando Morgana mi raccontò” è un testo completamente organico pur nelle articolate sezioni che reggono il complesso monumentale del libro stesso in una grammatica delle conoscenze stilistiche tra dimensioni oniriche e tempo abitato. Una poesia che è espressione di tradizione e ricerca nella summa linguistica e di coerenza poetica che parte da anni di intensa meditazione. Le voci sono destini e i luoghi sono geografie del cuore e terre abitate che restano come scavi in una testimonianza d’uomo. Una storia poetica nel destino di un poeta.
Gli archetipi formano una griglia in cui i simboli sono voci che giungono da distanze come il personaggio di Leucò, o come gli occhi di Maria Maddalena in un sacro rivelante incontro tra la magia e il sacro. Gli amori che hanno fatto una vita sono tra le pagine come i luoghi tra i mari e i deserti, tra i porti e l’isola. Un poeta che nasce nel Novecento delle culture mediterranee e resta nell’attesa delle luci delle aurore come ebbe a dire di lui Romano Battaglia in una versiliana serata. Una edizione splendida per un poeta unico nella contemporaneità della tradizione.