11 dicembre 2022 – L’approfondimento sull’operato dei pellegrini d’Irlanda diffusosi fruttuosamente nella vecchia Europa è da anni al centro di una scrupolosa attività di ricerca di Enzo Farinella. Lo studioso di monachesimo irlandese che, nel saggio “Born in Ireland lit up Swizerland’ per Amazon Collana ‘New Horizons’ 2021- English Edition – traccia l’azione di alcuni monaci nel corso del loro laborioso passaggio in Svizzera, il cui nome dal latino Helvetia, proviene proprio dagli Elvezi, una popolazione celtica stabilitasi sull’Altipiano in epoca pre-romana.
San Gallo, monaco irlandese, fu uno dei dodici pionieri che accompagnarono San Colombano, il più grande europeista del Medio Evo o il Santo Protettore di quanti lavorano per un’Europa Unita, dall’Irlanda alla Svizzera.
Con lui aveva studiato a Bangor, non lontano da Belfast, uno dei monasteri più famosi del tempo. Insieme avevano viaggiato attraverso varie nazioni e per ben 20 anni hanno lavorato in Francia, fondando molti monasteri tra cui Luxeuil, Annegray e Fontanaines, fari di civiltà per secoli.
Verso il 610, Colombano e i suoi monaci dovettero abbandonare la Francia, espulsi dal giovane Re Tierry dietro istigazione della Reggente Regina Brunhilda.
Giunti a Bregenz, la cittadina situata oggi ad Sud-Est del Lago di Costanza, nel centro Europa, tra la Svizzera ad Ovest e la Germania a Nord-Ovest – da ricordare che allora i territori della Svizzera, Austria e Germania non erano ancora definiti e le tre nazioni non esistevano con propri confini -, dopo circa un anno di lavoro, il gruppo riprese la via verso la Città Eterna, centro della cristianità. Gallo però, causa un malessere o un malinteso non potè seguire il Maestro Colombano e i suoi compagni, che con molto dispiacere dovettero lasciarlo.
Parliamo di circa 1.400 anni fa.
Rinvigorito da Willimar, un eremita locale, Gallo si riprese e si avviò verso una vicina foresta, dove stabilì la sua dimora, seguito da un gruppetto di altri monaci.
Il lucignolo dell’eremitaggio di Gallo, che splendeva nella notte della “Foresta nera”, dal 612, è divenuto, attraverso i secoli, un importante centro di cristianità per l’Europa. Un complesso monastico di labirinti – ideali per nascondervi oggetti sacri o di valore, come erano i libri di allora – hanno confuso e poi tenuto lontani dai manoscritti, ivi nascosti, orde di unni e ungheresi.
Da essi è nata una biblioteca, tra le più ricche e più antiche del mondo con oltre 400 volumi antichi di inestimabile valore, riguardanti la storia della civiltà europea.
Ad essi è stata aggiunta una scuola di musica ed accanto è stata eretta un’imponente cattedrale barocca. Tutto questo complesso ha formato la Città e il Cantone di S. Gallen – Patrimonio dell’UNESCO – che riflettono 12 secoli di continua attività monastica irlandese nella Svizzera dal VII al XIX secolo e, in qualche modo anche ai nostri giorni.
L’attuale Vescovo di S. Gallen, Markus Büchel, nell’introduzione ai libri sul lavoro dei monaci irlandesi in Svizzera e in loro gratitudine afferma: “St. Gallen deve la sua esistenza all’Irlanda. Senza l’irlandese Gallus probabilmente non ci sarebbe mai stato un insediamento monastico in questo posto piuttosto inospitale. La cosiddetta ‘Foresta di Arbon’, con la sua piccola vallata a strapiombo sul Lago di Costanza era allora inaccessibile, una ‘no-go area’. E senza i missionari irlandesi, tutta la sua storia sarebbe stata ben diversa”.
Nel IX secolo, la Scuola di Musica di S. Gallo divenne “la meraviglia e la gioia dell’Europa”, sotto la direzione dell’irlandese Moengal o Marcellus.
Tra i suoi coristi figuravano i famosi Notker, Ratpert e Tuotilo, conosciuti come il “Trio delle meraviglie di St. Gall”. Tuotilo studiò e insegnò nel monastero quando la sua fama era all’apice ed era conosciuto in tutta l’Europa. Egli fu un genio e un uomo rinascimentale, intendendosi di musica, poetica, oratoria, pittura, scultura e aveva anche la fama di essere un bell’uomo. Si dice che Re Carlo il Grasso (839 – 888) apertamente abbia dichiarato: È un peccato che un simile genio preferisca starsene chiuso in convento, dedito alla solitudine, alla contemplazione e alla composizione più che a una vita gaudente.
Tutto questo ebbe inizio dall’umile eremitaggio nella foresta che Gallo costruì con l’aiuto di quanti lo seguirono, affascinati dal suo carisma e dalla sua vita austera. Non è poco per un povero fraticello, a volte scorbutico secondo qualche agiografo, venuto dalla sperduta Irlanda.
Questo monaco irlandese che iniziò la trasformazione della foresta incolta, viene rappresentato a volte con un animale accanto.
Si dice che Gallo ne addomesticò vari. La leggenda vuole che un orso selvaggio, una volta addomesticato dal Santo, l’aiutasse giornalmente a portare legna da bruciare al suo capanno. Cosi, come si osserva nella copertina del volume di Enzo Farinella “Born in Ireland lit up Swizerland’, firmata da Pietro De Seta. La cover del volume realizzara dall’artista, illustrando la capanna, la foresta e St Galles, intende restituire per immagini, le origini dell’insediamento monastico, della città e il Canton di St. Gallen in Svizzera che devono la loro esistenza alla operosità di Gallo, il monaco irlandese cui si deve il merito di aver iniziato la trasformazione della foresta di Arbon allora incolta e impenetrabile.
“È doveroso da parte di noi europei riconoscere e apprezzare quanto altri Stati dell’Unione hanno fatto per il miglioramento dello stato sociale universale, che costituisce la ricchezza della loro cultura – sostiene Enzo Farinella, rivolgendo al contempo la sua riflessione alla storia del monachesimo irlandese, trasferita nelle pagine dei suoi numerosi volumi, dedicati al migrare dei peregrini d’Irlanda lungo le terre d’Europa oltre un migliaio di anni orsono. Farinella, già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, sostiene come la funzione cristiana-civilizzatrice fondata sul senso della sacralità della vita, impressa dopo la caduta dell’ Impero romano, nell’azione dei missionari medievali irlandesi, sia di urgente rivalutazione nel nostro tempo pregnante di decadenza valoriale.
Tornando alla inestimabile e vigorosa opera culturale svolta dai missionari celtici, le scuole irlandesi furono all’avanguardia nell’era medievale non solo nell’isola del trifoglio ma anche nel resto del continente europeo dove i suoi uomini hanno lavorato, trasformandolo da barbarie in mondo civile.
Dal VI al XIV secolo, l’Irlanda con le sue scuole monastiche – vere Università – si è imposta quale faro di civiltà. I “Santi e Studiosi” di queste scuole si sono riversati in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Benelux, Inghilterra, Scozia, Francia e altre nazioni, portando cultura e la luce della cristianità, “pro amore Dei”.
Il contributo religioso e culturale dei pellegrini irlandesi dato all’Italia e alle varie nazioni d’Europa, è incalcolabile, rendendo un grande servizio alla storia europea e al miglioramento della condizione umana.
Riflettere sull’Irlanda di questi intrepidi Santi medievali potrebbe avere una funzione catalizzatrice per l’evoluzione di nuove comunità, città-smart, gruppi di ricerca, laboratori socioeconomici per l’UE, tenendo in conto la realtà integrale dell’essere umano.
Senza il contributo di persone come S. Gallo e S. Colombano e di tanti altri monaci irlandesi reso all’arte, alla cultura e alle scienze, il mondo del sapere avrebbe potuto sperimentare una crisi profonda. Invece, tra il VI e il X secolo, sapere, miniatura e illuminazione dei libri, scienza cristiana, che sarebbero andati perduti senza la loro opera, hanno continuato a sopravvivere nell’isola dei Santi e degli Studiosi, brillando di nuovo in Europa.
In realtà, all’Irlanda va il credito di aver promosso e diffuso un nuovo e illuminato movimento teologico, insieme ai valori della civilizzazione, un seme cristiano embrionico che ha arricchito non solo la Svizzera e per estensione l’Austria e la Germania, ma anche il resto dell’Europa.
Oggi è quasi universalmente accettato che il lavoro dei monaci medievali irlandesi è stato fondamentale in questo delicato processo di semina e crescita di fede.
I monasteri e le comunità fondate da questi influenti monaci, quali St. Gallen, Bobbio in Italia, Iona in Scozia, sono fioriti e nel tempo sono divenuti “il granaio del passato e il luogo di nascita del futuro”, come ebbe a dire St. John H. Newman.
In quest’opera rinnovatrice ricordiamo insieme a S. Gallo, S. Colombano, “la colomba bianca”, il più importante rappresentante dell’ascetismo irlandese e uno dei “Padri della nuova Europa”, come lo definì R. Schumann.
“Ora, più che mai, abbiamo bisogno di rispolverare la nostra storia per costruire un futuro migliore e più radioso, sottolinea Farinella. “Abbiamo già gli occhi rivolti all’estate prossima, a St. Gallen, quando il 24° Columban’s Day coinciderà con un evento senza precedenti, per chi conosce la vita di Colombano e Gallo: quello di ricordare per la prima volta insieme in 14 secoli di storia, due grandi figure di monaci irlandesi che hanno segnato per sempre la storia dell’Europa”, afferma con fiducia Mauro Steffenini, Presidente dell’Associazione Amici di San Colombano per l’Europa .
Per il professor Farinella, far conoscere ai suoi lettori la forza culturale impressa dai monaci irlandesi nel loro itinerante cammino in Europa, è nel corso degli anni divenuta una profonda mission intellettuale. Lo spirito delle sue ricerche risiede nella incontestabile affermazione che il merito della reintroduzione della cultura classica in Europa sia del monachesimo irlandese attraverso i suoi centri monastici, fondazioni, scuole, cittadelle universitarie, i suoi scriptoria in Italia, Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera e in altre nazioni, cui ”l’Irlanda può vantare un certo credito – asserisce lo studioso – riconosciuto anche da Papa Francesco dinanzi all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo riunito a Strasburgo, il 25 novembre 2014, quando ha ricordato le fonti lontane della sua cultura, che provengono “da substrati celtic”.
Prendendo esempio dalla forza del cambiamento che ha alimentato i monaci irlandesi, sostanziato da ideali di rispetto per la persona umana e la sua dignità, di giustizia, uguaglianza e solidarietà, Enzo Farinella sostiene quanto questi principi “ieri come oggi siano ancora i pilatri fondamentali di ogni società e ideali essenziali cui ispirare la sfida per la storia salvifica di tutti i popoli”.
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Citiamo uno tra tanti commenti al volume di Enzo Farinella ‘Born in Ireland lit up Swizerland’:
“Ho letto tutto d’un fiato il libro su S. GALLO. Non ho mai prima letto un libro cosi’ presto.Son rimasto affascinato dal suo stile facile di “scrivere in inglese”.La storia che racconta mi ha colpito tanto.Anche la sua passione ed entusiasmo che lo pervadono come base per creare una migliore Europa – una ri-civilizzazione dell’Europa tramite il messaggio di questi illustri pionieri – mi ha affascinato” (Seamus Bergin).
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L’orma indelebile di cristiana civiltà e cultura lasciata dai monaci irlandesi in Svizzera, è delineata in modo particolarmente illuminante nei due libri di Enzo Farinella:
On the Summits of the Highest Love – Irish Monks in Europe and Switzerland (In inglese) e Auf den Gipfeln der Hoechsten Liebe – Irische Mönche in Europa und in der Schweiz, Grafiser, 2017 (in tedesco); Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzertland, 2021, (solo in inglese), quest’ultimo disponibile su Amazon, Collana “New Horizons”.
Brevi cenni biografici
Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow.
Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da molti anni.Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.
Alcuni dei suoi volumi :
E-Books:
Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,
2015.
At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017
Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020
Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020
In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020
Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021
Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.
Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.
Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.
Email: enzo.farinella@gmail.com