La tematica forte e l’intreccio narrativo del romanzo di Concettina Costa “Non è colpa mia”(CASA Editrice Libeccio, Livorno 2023 pg 166) assorbono tanto intensamente il lettore, al punto da coinvolgerlo nella trama, trasformandolo in un personaggio silenzioso che vive, con grande partecipazione, la vicenda narrata.
Il tema di fondo del romanzo evidenzia la degenerazione ed il malessere che derivano da comportamenti devianti, inerenti ai rapporti tra uomo e donna, tra adulti e bambini e tra ambienti sociali divergenti. Ne emerge la testimonianza della crisi che percorre tutta la società umana, ormai deviante, poiché ha perso fiducia nella propria razionalità e scettica, perché non tiene in conto i fini escatologici del percorso umano.
Soprattutto il romanzo focalizza i rapporti tra familiari e sodali, spesso resi difficili perché alterati dalla brama del denaro e del potere, nelle sue varie esplicazioni. I maggiori disagi li vivono le donne ed i bambini. Tuttavia, proprio, le donne rivelano una maggiore profondità di pensiero ed una resistenza straordinaria.
Il messaggio del testo diviene più intenso, man mano che si sviluppa la storia da cui emerge la forte volontà del “femminino” di opporsi ai divieti ingiusti e alle castranti privazioni di una libera scelta di vita. Si delinea quindi, in modo evidente, la tematica che connota il testo: la donna ha un ruolo portante nella società attuale e riesce a raggiungere lucidi obiettivi.
La verità a cui mira il romanzo, non è mai assoluta e come osserva Papa Francesco” va cercata sulla scia di Gesù che è amore, comprensione, condivisione e misericordia”: il cammino di verità è difficile, spesso intralciato da numerose e quasi invalicabili difficoltà ma non bisogna vacillare ed occorre con fermezza procedere sempre, cercando un saldo appiglio.
Marisa, è vivace ed attiva, però è disubbidiente, poco incline a rispettare le regole ma non decisa a violarle. E ’ intelligente ma è mancina: subito uno sganassone . Lei è così : ha qualità e pregi ma non si assoggetta ad accettare punizioni che non comprende, e quindi non condivide. Il padre padrone non ha pietà ed invece delle carezze e dei baci , si serve della cinghia, dei pugni e di altre feroci punizioni. E’ un uomo fragile che si scatena su esseri innocenti per riscattare la sua nullità.
Marisa però trova una via d’uscita:comincia a combattere il mostro, trasformando in parole quelle immagini che le affollano la mente. Anche l’amicizia con Marcella diventa per lei una panacea che l’aiuta a superare i pungoli ed i laccioli della bestia paterna. In questo inferno è la nonna a venirle incontro ed ad aiutarla a sopravvivere.
Quando anche questa figura forte muore, per Marisa, la solitudine diviene indissolubile ed il dolore brucia come una ferita aperta. Tuttavia la vita procede, anche il fratello Diego che, come lei, subisce violenze da parte del padre, trova conforto nella sorella poiché la mamma non è in grado di difenderli. Tuttavia il ragazzino più della sorella si rende conto che il padre è una nullità e sconta sui figli la sua inanità : solo picchiandoli a sangue ritrova la sua forza ed il suo potere.
Solamente più tardi, i figli si renderanno conto di aver avuto un padre insensibile ed una madre inetta. Il ragazzino che, per ogni nonnulla, viene picchiato o severamente redarguito, si addossa colpe che non ha e che gli vengono proditoriamente attribuite da un padre incapace.
Ancora di più, la protagonista si colpevolizza, ritenendosi incapace di qualsiasi buon risultato. Non essendo in grado di riconoscere che tutto nasce dalla mente” malata” di superomismo del padre, tarato da un senso d’inferiorità e da una natura narcisistica, ritiene per certo che la cosa malfatta dipenda dalla sua cattiva volontà o meglio dalla sua incapacità. Lei vorrebbe far bene, ma non riesce a vincere la sua” inettitudine” come le è stato inculcato dal padre padrone che condanna tutti, assolvendo solo se stesso che è il più infame di tutti.
Violento e prevaricatore, incapace di guardare lontano schiaccia i figli, sotto un macigno di colpevolezza mentre tutto è “colpa sua” derivato dalla sua “noluntas” cioè dalla sua inettitudine. Così Marisa decide di trasfondere, nella scrittura, il suo malessere. “La colpa è mia” continua a ripetere ma, in realtà, sa bene che non è così; si rende conto che lei è solo una vittima ed i colpevoli veri sono altri.
La verità che uno crede di possedere, non è mai assoluta e, come osserva Papa Francesco,” essa va cercata…. sulla scia di Gesù che è amore, comprensione, condivisione e misericordia”. Il cammino della fede è difficile e, dato che è intralciato da numerose e quasi invalicabili difficoltà, diviene spesso erto e pericoloso ma ogni uomo può riconoscerlo, se ha punti fermi nella vita ed è saldo nella fede.
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BIOGRAFIA
Concettina Costa, originaria di Taormina, vive a Giardini-Naxos, in provincia di Messina.
Docente di Lingua e Letteratura Italiana nelle Scuole Secondarie Superiori, appassionata di narrativa e poesia, ha iniziato il suo percorso da scrittrice nel 2020 con il romanzo “La forza del dolore”. Ha proseguito la sua attività letteraria pubblicando nel 2021 il romanzo “Rosa”, che ha ricevuto la Menzione d’onore al Concorso Artistico-Letterario Nazionale ARS MEA 2021, per la sezione Narrativa edita, e poi, nel 2022, “I casi strani della vita”, silloge di ventotto racconti, ambientati nella terra di Sicilia.
Tutte le opere letterarie dell’autrice sono state pubblicate dalla CTL editore Livorno-Libeccio, compreso l’ultimo romanzo “Non è colpa mia”, 2023.
Concettina Costa ha anche dimostrato una naturale attitudine verso la poesia ed ha ricevuto diversi riconoscimenti, risultando vincitrice del Premio Nazionale di poesia TARC, sez. in lingua italiana, Roccalumera “2021, e altresì del Premio internazionale di poesia Teseo, sez. in lingua italiana, Milazzo 2022.
Ha ricevuto inoltre le prestigiose Menzioni d’onore rispettivamente al Premio Nazionale di Poesia Colapesce, Messina 2022, e al Concorso Letterario Internazionale “Giordano Bruno”, Messina 2023.
La scrittrice ha poi pubblicato, nel 2021, sempre a cura della CTL Editore Livorno, una raccolta di poesie nell’Antologia “Tales and Poems”, i cui testi, tradotti in lingua inglese, sono destinati al mercato anglofono.