Dublino, 22 dic. 2023 – In ogni individuo, che lo si creda o meno, abita una trascendenza unica, che costituisce un valore inalienabile. Libertà personale, giustizia, solidarietà, pace, uguaglianza tra tutti gli esseri umani, promozione di ogni forma di apertura a tutti come fratelli e sorelle, rispetto per la diversità e per individui e gruppi di fede diversa, senso profondo di appartenenza a una stessa tradizione intellettuale e spirituale comune, tutti hanno in sé quel senso di trascendenza che arricchisce la persona umana. Questa “trascendente” dignità personale rende tutti i diritti fondamentali e inviolabili, al di là di ogni interpretazione o influenza religiosa, sociale, filosofica, politica, strategico-militare, patrimonio antropologico comune e diritto culturale ed etico, definito “Decenza dell’umanità”. Ovvero il principio culturale che guidò l’operato missionario di Cataldo e dei suoi confratelli.
Una nozione di cultura alle radici della storia del mondo e dell’Europa particolarmente al centro della vita Cristiana che, fu e continua ad essere il fulcro culturale e spirituale del villaggio globale, un vero motore di civiltà.
I pellegrini e i “saggi” medievali, uomini santi, studiosi itineranti per Cristo, tramite la funzione culturale e religiosa dei loro centri missionari o la loro fantasia creativa, hanno trasformato il mondo allora conosciuto, in particolare l’Europa, divenuti punti focali di irradiazione di valori etici e fondamentali.
Tra questi S. Cataldo: un Santo per il Terzo Millennio, grande taumaturgo irlandese, tanto venerato in Italia e quasi sconosciuto nella sua patria, al quale Enzo Farinella ineguagliabile studioso di Monachesimo irlandese, dedica il suo ultimo volume “L’Uomo venuto dal Mare”, pubblicato da Amazon Kindle, in lingua italiana ed in inglese.
Il libro ripercorre la vita del Santo, soffermandosi in particolare sul secolo VII che lo ha visto crescere a Canty in Irlanda, studiare ed insegnare a Lismore, e lavorare nella sua terra d’adozione, Taranto.
Un’opera svolta a protezione dell’inviolabilità della coscienza, solidarietà e promozione umana, dell’autonomia morale e civica, della dignità della mente consacrata alla ricerca della verità. Secondo i principi del cristianesimo alla luce del Vangelo, Cataldo promosse forme di accoglienza da rivalutare ai giorni nostri sul piano sacralità della vita della persona, valore supremo che non si può ignorare, perché fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Il libro quindi, “L’Uomo venuto dal Mare”, non tratta un racconto qualunque ma della storia di un Santo straordinario, celebrata ancora da migliaia di persone anche se vissuto 1,400 anni fà. Chiese sono state costruite in suo onore su cime azzurre di montagne lontane o ai bordi del mare, implorando la sua benedizione.
Andando indietro nei secoli, profonda devozione viene dedicata a San Cataldo, cui si erano perse le tracce nella memoria della gente e perfino del suo corpo. Ritrovato in perfetto stato di conservazione intorno al 1071, all’interno della Cattedrale di Santa Maria di Taranto. L’edificio in fatiscenti condizioni, distrutto dai Saraceni seguiva opere di ricostruzione ordinati dall’Arcivescovo Dragone.
Il rinvenimento ricondusse a San Cataldo per la iscrizione Cataldus incisa su una medaglietta in oro ritrovata sulle spoglie intatte del Santo, contenute in un sarcofago di marmo, di cui si narra, delicati profumi esalassero. La sorpresa fu immensa, giacchè del monaco irlandese se n’era perduta memoria per le continue devastazioni subite nel tempo dalla Città dei due mari. Il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, tanto da dedicargli la Cattedrale riedificata e luogo del ritrovamento, eleggendolo Patrono della Città.
Monsignor Tommaso Caracciolo Rossi dei principi d’Avellino ( Avellino 1599 – Taranto 1663), uomo sapiente, Vescovo di Cirene e poi nominato da Papa Gregorio XIII, Arcivescovo di Taranto dal 30 marzo del 1637 fino alla sua morte, durante il suo mandato arcivescovile, ordinò nel 1658, l’ampliamento all’interno della Cattedrale della Cappella a Taranto, nota come Cappellone, un mausoleo in marmo pregiato dalla imponente bellezza artistica dedicandola a CATHALDUS o CATALDO.
San Cataldo, divenne patrono della “Città dei due mari”, di cui per volere dell’Arcivescovo Caracciolo furono trasferite le reliquie del Santo, tuttora venerate dalla cittadinanza e da migliaia di turisti in visita annualmente al prezioso luogo di culto.
Ancora oggi la sua voce risuona nei cuori di tanta gente che implora la sua protezione. Egli placò il mare in più occasioni, ridiede la vista a ciechi, la parola e l’udito a sordomuti. Quale rifugiato e naufrago, superò pericoli in mare di un viaggio rischioso attraverso valichi di montagne e valli nell’Europa del tempo, ricoprendo a piedi oltre 6,000 km.
Cathaldus fu uno dei tanti pionieri che lasciò l’Irlanda, dove nacque, per portare Cristo al mondo allora conosciuto. Compì molti miracoli, tanto da acquisire la fama di operatore di prodigi. Recuperare la sua storia insieme a quella dei suoi confratelli, anche se in molti casi non abbiamo documenti storici, è urgente.
Il ritorno alla verità, esposta dai Santi e studiosi dell’Irlanda, dai tempi di S. Patrizio in poi è impellente. Essi hanno portato il Vangelo e la cultura nelle varie scienze, fondando la civiltà occidentale. Per queste ragioni si rende necessario avvicinarsi alla loro vita e quella di San Cataldo, cui in Italia lungo tutto il territorio nazionale sono stati dedicati nel tempo oltre 100 luoghi di culto.
I monaci irlandesi, veri missionari e visionari come Colombano in Francia e Italia, Colm Cille in Scozia, Aidan in Inghilterra, Virgilio in Austria, Marianus Scotus in Germania, e i discepoli di S. Benedetto influenzarono storia e cultura europee. Diedero un decisivo contributo al rinascimento della civiltà europea, creando ponti d’oro tra l’Irlanda e l’Europa. Cataldo fu uno di questi.
Portarono una nuova visione dell’essere umano, essenzialmente “relegato”, ricco di un intimo nostalgico “élan vital” trascendente. “Tutti posseggono e sentono un tale stimolo. E tutti hanno capito e onorato il potere che appartiene a ciascuno di noi fin dalla nascita”, dichiarò Plutarco, in “Moralia” Vol. V, Isis e Osiris, nel primo secolo.
Tra i vari capitoli del libro di Enzo Farinella, desideriamo segnalare quelli che trattano le origini del monachesimo irlandese, che ha plasmato la vita di Cataldo (cap. 2), la radice della fratellanza cosmica (cap. 3) e il sistema educativo irlandese che ha determinato e promosso l’azione missionaria di questi monaci cap. 4).
Il monachesimo irlandese dal V al XIV secolo fu un capitolo importante nella storia dell’umanità.
La Grecia prima e l’Italia dopo produssero simili movimenti che contribuirono sostanzialmente al nuovo volto dell’Europa e del mondo. Tuttavia, dobbiamo agli irlandesi la predicazione di una nuova cultura, fondata sulla Buona Novella dei Vangeli. L’opera di Cataldo a Taranto fu determinata da simili principi ed egli si prese cura dei tarantini perché tutti portatori dell’immagine di Dio.
Una domanda per tutte. Chiediamo al professor Enzo Farinella di rappresentare lo spirito che anima la stesura dei suoi testi sui monaci d’Irlanda e, l’ultimo sulle gesta di S. Cataldo.
“Sono sempre più convinto sul piano storico-culturale che umano, quanto l’archeologia di valori perduti e principi di vita di quei tempi devono essere dissotterrati e riproposti per il nostro tempo. Un tempo che va, mentre il mondo, anche se connesso globalmente, si disintegra e frammenta. Scorrendo i percorsi della tradizione celtica troveremo il modello di vita cui ispirarci.Terra di missione della attività missionaria dei monaci irlandesi, furono l’Italia, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Austria, la Svizzera e i vari luoghi dove si sono recati. Recuperare le loro storie è urgente.
In verità, bisogna riconoscere che all’Irlanda va il merito di aver introdotto un movimento teologico di rinascita, culturalmente illuminante con i suoi valori esoterici e civilizzanti nelle varie nazioni d’Europa. I suoi figli, portando cristianesimo e cultura nel Continente, divennero insegnanti di intere nazioni e consiglieri di Re e Imperatori”.
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Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni.
Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.
Email: enzo.farinella@gmail.com
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