Il Kafka di Pierfranco Bruni è un’opera mondo

Nel Kafka di Pierfranco Bruni ho ritrovato il mio laboratorio labirinto. "Kafka. La verità tragica" (Solfanelli editore) di Pierfranco Bruni è un libro per sempre. Perché?

Considerazioni kafkiane in un triplice salto con avvitamento in verticale fra Proust, Pavese e Pirandello. Ancora un capitolo, ancora una pagina, ancora una parola. E poi devo andare oltre e altrove. Nel Kafka di Pierfranco Bruni ho ritrovato il mio laboratorio labirinto. “Kafka. La verità tragica” (Solfanelli editore) di Pierfranco Bruni è un libro per sempre. Perché?
A volte, guardandomi intorno, mi verrebbe da dire: “qualcuno si è tolta ormai la maschera”, ma poi penso che quel qualcuno non ha nulla da togliersi, non ha nemmeno una faccia dove mettere la maschera: è l’ombra del nulla assoluto; anzi, non può essere nemmeno quella, perché il nulla assoluto non può fare ombra.

Ammettere esplicitamente la sua esistenza sarebbe un’offesa a Dio, attribuendogli la capacità di commettere errori di quella portata. La mia soluzione del problema? Ignoro assolutamente date e giorni del calendario reale e se in un giorno del mio falso calendario penserò a quel qualcuno, si tratterà di un giorno che non esiste realmente nel calendario ufficiale, senza alcun rapporto col qualcuno che esiste solo nel calendario vero: un qualcuno, dunque, che non può esistere, perché nessun Dio lo ha creato in un giorno qualsiasi del mio calendario! La lettura kafkiana di PIERFRANCO BRUNI è una lettura per sempre. Un’opera mondo vera e propria.

……

Pierfranco Bruni ​è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. E’ Presidente di Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, presidente del Centro Studi “Grisi”. Ha insegnato in Sapienza Università di Roma. Ricopre, numerosi altri incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura nei Paesi Esteri. È responsabile, per conto del MiBAC, del progetto di studio sulle Presenze minoritarie in Italia.Candidato al Nobel per la Letteratura è saggista, poeta e italianista. Esperto di letteratura del Mediterraneo. Vive la filosofia come modello di antropologia religiosa. Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento, tradotti e diffusi all’estero su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.I due segmenti fondamentali che caratterizzano il suo viaggio letterario sono la memoria e la nostalgia. Il mito è la chiave di lettura. Tutta la sua poetica vive di queste atmosfere. Non ha mai creduto al realismo in letteratura. Il realismo è cronaca, è rappresentazione, è documento.Il simbolo, invece, è mistero. E’ metafora, è fantasia, è sogno.@riproduzione riservata

Stampa Articolo Stampa Articolo