Dublino, 25 aprile 2024 – Ricorre fra qualche giorno la festa di S. Cataldo, il 10 maggio. Sono tante le “Catalda” o “Alda” e i “Cataldo” o “Aldo” della nostra Sicilia ai quali vanno i nostri auguri più cari.
Tom e Carmel Keith di Dungarvan (Irlanda), ambedue grandi appassionati di S. Cataldo, hanno scritto un interessante libro sul Santo irlandese, nato nel distretto di Canty nella Provincia di Waterford, nel 637 circa. Si sono soffermati in particolare sulla visita della delegazione ecclesiastica e civica tarantina sui luoghi di S. Cataldo, in occasione dell’Anno Santo del 2.000.
I coniugi Tom e Carmel sono stati anche i promotori dell’erezione di una stele nel parco di Dungarvan che in quattro riquadri ripercorre la vita del Santo.
Più volte abbiamo detto che non esiste in Irlanda un vero culto e una conoscenza di S. Cataldo, ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando.
La grande devozione, che tante città italiane nutrono per lui, sta sviluppando una sempre maggiore attenzione per “un vicino di casa che non conoscevamo”, come ha detto un membro della delegazione irlandese incontrando quella italiana nel 2.000.
Molte foto del libro descrivono anche la Festa di S. Cataldo e la sua processione a Taranto, che i coniugi Keith hanno vissuto con profonda emozione e devozione negli ultimi anni.
Il libro è ricco di particolari irlandesi sui luoghi del Santo, che, descritti e documentati da un quasi concittadino di S. Cataldo, testimoniano tradizioni secolari, passate in seguito anche in Italia.
L’ultimo capitolo riproduce quanto Fra Anselmo Maria Tommasini, illustre storico italiano, ha raccolto nel suo libro “Santi irlandesi in Italia”, in cui dedica anche ampio spazio al Santo irlandese, affermando tra l’altro: se S. Colombano – un altro monaco irlandese di grande prestigio, morto nel 615, poco più di in ventennio prima della nascita del nostro Santo – fu un grande europeista, Cataldo fu il Santo irlandese più celebrato in Italia e in varie altre parti dell’Europa, anche se non abbiamo documenti storici su di lui. Città, villaggi, chiese, basiliche, parrocchie, monasteri, ospedali, porti, strade, piazze e perfino una taverna – cosa alquanto singolare pensando alla nazione da dove proveniva il Santo – sono stati dedicati alla sua memoria.
Insomma, il libro rappresenta un’altra stella che brilla in terra irlandese sul Santo tanto venerato in Italia e Patrono delle cittadine di Gangi sulle Madonie e di Gagliano Castelferrato, in Provincia di Enna, in Sicilia, di Taranto, dove riposa, di Corato, Roccaromana e in tanti altri territori.
Viva S. CATALDO e la sua terra chiamata “L’isola dei Santi e degli studiosi”.