La storia in chiave umoristica del libro. Il saggio di Jardiel edito da Graphe.it

Millenni di storia, tra aneddoti e umorismo, sulle tracce del libro, ripercorsi in modo originalissimo da Enrique Gallud Jardiel, autore del saggio “Breve storia umoristica del libro”

di Silvia Gambadoro

Il libro, strumento meraviglioso di diffusione di idee, di cultura, di storie e di romanzi. Ambito e amatissimo da sempre, ma anche odiato e bistrattato, tanto che nel corso dei secoli, sono molti i roghi che hanno distrutto migliaia e migliaia di tomi.

Ne parla in modo originalissimo Enrique Gallud Jardiel, autore del saggio “Breve storia umoristica del libro” edito da Graphe.it Edizioni,  casa editrice di Perugia guidata dal vulcanico Roberto Russo.  Del resto l’autore, pressoché sconosciuto in Italia, è figlio d’arte, nipote dell’umorista spagnolo Enrique Jardiel Ponciela. Lo scrittore ha all’attivo oltre duecento libri, ha un dottorato di ricerca in filologia ispanica e attualmente si dedica alla satira e alla parodia. Attraverso la lente dell’ironia e uno stile dissacrante Jardiel ripercorre in questo delizioso saggio la storia del libro:  si parte dalla pietra e dal papiro dell’antico Egitto  fino alla scrittura alfabetica, dallo sguardo dei ricchi e potenti che si circondavano di libri-ma non li leggevano mai, alle censure e  al lavoro dei monaci, che finivano per copiare solo le opere che potessero  giustificare i loro dogmi.

E poi le distruzioni e i roghi, le prime stampe, le tipografie, le biblioteche, il tutto in un ordine rigorosamente cronologico “altrimenti ci sarebbe da impazzire”, scrive Jardiel in una nota. Attraverso i secoli e in ogni angolo del mondo, dall’Oriente, all’Occidente, dalle rive del Nilo alla Spagna, dalla Persia alla Cina si dipanano le storie e gli aneddoti, in un affresco che si compone di tante  tessere colorate, in una avvincente, dissacrante  lettura. A spasso per i secoli inseguendo i libri si scopre che “il bestseller mondiale del II millennio A.C. è stato senza dubbio, un’opera egizia: Il Libro dei morti”di cui era obbligatorio portarsi una copia all’altro mondo collocandola accanto al defunto”.  Per passare poi ai libri di cera “riscrivibili, con i quali i romani giocavano al trium in acie (Tris) poi al codex di pergamena “più maneggevole, rispetto al rotolo “perché con il rotolo non potevi tornare indietro né saltare le descrizioni noiose, ma dovevi leggertelo tutto a mano a mano che si srotolava un lato e si arrotolava l’altro”.

L’autore strizza l’occhio al lettore e dissemina il libro di lazzi e battute, e sorridendo si scoprono altresì tante verità e storie sconosciute.

Per esempio, a proposito di libri infarciti di inesattezze grossolane, c’è il gustoso racconto di Archimede che dissemino’ in un suo trattato una marea di errori “per confondere i suoi avversari e smascherare quelli che pretendevano di far passare questi postulati come loro”.

Jardiel racconta del grande sapere di Plinio il Vecchio, il quale aveva la straordinaria capacità di leggere migliaia di libri, “solo perché soffriva di insonnia, poveretto!”.

E in questo caleidoscopio fatto di carta, inchiostro, storie, scrittori, storici e filosofi, monaci e papi, re e califfi si ride e si sorride anche di popoli e nazioni: dei francesi, “per loro tutto il mondo è la Francia” o degli ebrei “che saranno pure quel che sono ma non si puo’ dire che non siano pazienti”.

Insomma nessuno si salva, bibliotecari, grafici e librai, collezionisti incalliti che si fingono lettori, fino ad arrivare ai nostri giorni, dove la già scarsa voglia di leggere è ridotta al lumicino per colpa della televisione e il libro è tornato alla dura materia: è diventato un e-book.

Ogni capitolo è accompagnato dalle belle illustrazioni di Marco De Angelis, ma la storia del libro non finisce con l’ultima pagina di questo saggio, perché è intrecciata a quella dell’uomo. Lo sguardo divertito dell’autore l’ha raccontata con la leggerezza dell’umorista attraverso una cavalcata nel passato e nel presente. Al lettore non resta che immaginare cosa succederà nei prossimi capitoli.

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