Roma, 5 novembre 2024 – Prosegue anche a novembre la rassegna di presentazioni editoriali Libri al Museo. Alle ore 17.00 di giovedì 7 novembre, nella Sala Tenerani a Palazzo Braschi del Museo di Roma (Piazza di San Pantaleo, 10), si inaugurerà il nuovo mese parlando del volume: Lapicidi e marmorari. Scultura architettonica umbra e opus sectile cosmatesco nell’età di Innocenzo III di Maurizio Ficari. Alla presenza dell’autore interverranno Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), Manuela Gianandrea (Sapienza Università di Roma), Francesco Gangemi (Università degli Studi di Bergamo).
Libri al Museo è l’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali che ospita in varie sedi museali la presentazione di pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte, alla museologia e ai beni culturali. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Negli ultimi anni del XII secolo e i primi del seguente, tra Tuscia e Ducato di Spoleto, delle maestranze provenienti da quest’ultimo territorio, realizzarono diversi complessi decorativi che, oltre a prevedere il consueto, per quelle botteghe, insieme di sculture a rilievo, inclusero brani di mosaico e opus sectile disposti in nastri o in articolati motivi geometrici policromi. Gli schemi impiegati per quegli ornamenti, su facciate e arredi liturgici, furono in realtà caratteristici della tradizione formale viva tra le botteghe dei marmorari cosiddetti cosmati, operanti, a partire dall’inizio del XII secolo, in area romana e laziale. L’adozione del bagaglio tecnico cosmatesco tra i lapicidi del Ducato sbocciò, non caso, al tempo in cui papa Innocenzo III promosse, con sapiente azione politica, il riscatto delle terre offerte, lungo i secoli, dagli Imperatori al patrimonio di San Pietro (tra le quali proprio l’area spoletina) ma prima di allora mai effettivamente consegnate al governo dei papi. Si propone, quindi, una lettura del fenomeno artistico all’interno della prospettiva storica delle recuperationes innocenziane, valutandone i rapporti tra ingredienti autoctoni e alloctoni.