Presentazione a Brescia. 1 marzo 2025, ore 17.00. Auditorium Fondazione Ds, Fiumicello. Via Pietro Metastasio, 26. Evento promosso da Amiche e amici della Comunità di base Preti operai in collaborazione con Il Calabrone cooperativa sociale.
Fu nell’agosto del 1977, alla Cittadella di Assisi, in occasione dell’annuale convegno di studi cristiani presso il quale ero stato invitato a tenere una relazione. (…) C’erano con me diversi amici delle comunità di base e alcuni preti operai. All’ora di cena, mentre mi trovavo in mezzo a loro, si avvicinò a me una donna, che si presentò come giornalista del “Manifesto” ed espresse l’intenzione di volermi parlare. Era Ileana.(…)
Ci eravamo scambiati gli indirizzi e lei mi scrisse quasi subito dopo, svelandomi i suoi sentimenti. Era davvero interessata a me, come maschio. La cosa non mi meravigliò del tutto, ma mi colpì profondamente. Non sapevo bene che cosa volesse dire intraprendere un dialogo con una donna.
Non accetto deleghe né ad essere santo né ad essere eroe. Così amava dire Nicola Negretti, intellettuale, prete operaio, psicoanalista, attivissimo ovunque si recasse, da Brescia, a Roma, alla Germania dei emigranti italiani. Questa è la sua storia, una un’autobiografia integrata dagli interventi della sua compagna, conosciuta in età adulta, la prima donna, come scrive lui stesso, con cui ha capito di poter instaurare un dialogo uomo donna. Accanto a lui una miriade di altre persone, uomini e donne semplici , alti prelati, intellettuali main stream e persaggi scomodi, la Democrazia Cristina e il Vaticano, gli psiconalisti di successo e gli operai pagati due soldi. Sorprendente viaggio nell’interiorità di una persona, e assieme spaccato della storia italiana, la biografia di Nicola Negretti resta nel cuore.
Quando lo conobbi era un “uomo di chiesa” in crisi profonda; lavorava come ausiliario (più o meno un inserviente) presso una RSA bresciana. Insomma era un prete operaio. Io ero già un’ agnostica, ero molto critica nei riguardi della Chiesa, ma avevo mantenuto interesse per le religioni e vi dedicavo spesso articoli sia nel il Manifesto, sia nei periodici sui quali scrivevo. Ci trovammo subito in sintonia.
Nicola è morto il 16 febbraio del 2024 a Ravenna,in ospedale. Due anni prima aveva inviato alla mia email il file con la sua storia scritta nel 2013, ma l’ho letta soltanto due mesi dopo la sua scomparsa. La sua sofferenza, la sua mancanza, la mia abitudine a scrivere mi hanno spinto a mettere insieme la sua memoria autobiografica con, in parallelo, ma in modo discreto, i miei commenti e frammenti di vita. (Ileana Montini)
(…) non tanto una autobiografia nel senso tradizionale del termine e neppure una egostoria, così come viene definita nell’ambito di un preciso canone storiografico, quanto piuttosto un esame di coscienza condotto attraverso un’avvincente investigazione che si traduce in racconto, in narrazione volta a rievocare il vissuto di cui l’autore è stato protagonista. Ne esce un quadro di grande interesse, anche perché esso è proiettato sullo sfondo più ampio costituito da storie collettive che rimandano a pratiche, costumi, mentalità, modi di vita propri di settori di una generazione che ha attraversato – dunque uno spaccato di storia italiana – le trasformazioni intervenute nel secondo dopoguerra, soprattutto a partire dalle istanze maturate verso la fine degli anni Sessanta, allorché, nel quadro di una democrazia sempre più esigente, la stessa soggettività viene direttamente chiamata in causa, coinvolta e investita com’è dalla maturazione di nuove consapevolezze, attese e bisogni (…)
Prima padre filippino della Pace, in un secondo tempo prete operaio impegnato in molteplici lavori manuali e servizi di cura, pur senza mai abbandonare l’applicazione allo studio e alla riflessione, infine psicoterapeuta nell’esercizio di un’attività clinica personale e presso il consultorio fondato nel 1973 da Malvina Zambolo in contrada San Giovanni, nel cuore del centro storico di Brescia. Riferimenti preziosi per la comprensione della sua identità restano comunque, a seconda delle tre fasi, da un lato la fede religiosa, dall’altro “la saggezza psicoanalitica”, seppure essi non esauriscano il quadro di una vita in cui vengono messi in atto molteplici cambiamenti al punto da farlo apparire – sono parole sue – “un’ombra vagante”. (dalla prefazione di Paolo Corsini)
ILEANA MONTINI (1940) è stata insegnante, sociologa, psicopedagogista e psicologa psicoterapeuta. Come giornalista ha collaborato con alcuni quotidiani e periodici, come il Manifesto, E’cole,Noi Donne,Nuova Ecologia, Com-Nuovi tempi (Confronti). E’ stata una dirigente del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana, poi una militante del Pdup , del movimento ecologista e femminista. Tra le sue pubblicazioni La Bambola rotta, famiglia,chiesa,scuola nella formazione delle identità femminile e maschile (Bertani,1975),Parlare con Dacia Maraini (Bertani,1977), Racconti di vita e di politica,Istria,Romagna, Lombardia 1940-1990 (il Ponte vecchio, 2018),Lidia Menapace, donna del cambiamento,lettere 1968-1990 (Gabrielli editore, 2022).
NICOLA NEGRETTI (1940-2024)) E’ stato un sacerdote dei padri dell’Oratori Filippini della Pace. prete operaio a Monaco di Baviera e a Brescia. Aveva studiato presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla facoltà di Teologia di Monaco di Baviera. Esegeta dell’Antico Testamento, dopo la richiesta di riduzione allo stato laicale aveva conseguito studi in campo filosofico e esercitato la professione di psicologo psicoterapeuta. Tra le sue pubblicazioni : Il settimo giorno nella tradizione pre’ Yawehitica e sacerdotale (Istituto Biblico di Roma, 1973), Gli inizi della nostra salvezza (ed.Marietti,1974), Violenza e non violenza (ed.Marietti,1977),Fuerbach e il miracolo (ed.Marietti, 1992)
Nicola Negretti e la sua compagna
Di Ilena Montini
Prefazione di Paolo Corsini
Prezzo 21 euro
400 pagine
Collana Intuizione
pubblicazione febbraio 2025