A rivelarlo è Gilles de Kerchove, capo anti-terrorismo Ue, che mette in guardia sul rischio, concreto, di attacchi contro il “vecchio continente”.
Intanto il “Parlament” britannico si riunisce per decidere sulla partecipazione agli attacchi. Ma torniamo all’esercito dei “tremila”. La stima di Kerchove alla BBC: “È stato chiaro con la Francia. Tre giorni fa (l’Is) ha diffuso un comunicato per dire che ci sarebbero state rappresaglie contro la coalizione; e in Algeria è stato rapito un francese e ed è stato decapitato: hanno fatto quel che avevano annunciato”. Ma il rischio di una escalation del terrore prende forma proprio in questi giorni. Al-Qaeda potrebbe, infatti, “far qualcosa” per mostrare la propria vitalità e non perdere l’attenzione mediatica ora tutta rivolta agli uomini del califfato nero. De Kerchove ha specificato che tra i 3.000 rientrano coloro che sono stati nella regione, anche quelli che sono tornati e quelli che sono rimasti uccisi. In precedenza si stimava che il numero dei cosiddetti “foreign fighters” ammontasse a 2.000. A suo parere la dichiarazione dello Stato islamico a giugno di voler costituire un califfato ha giocato un ruolo importante nel richiamare gli europei verso Siria e Iraq.
Oggi si riunisce il parlamento britannico per una sessione straordinaria, voluta da Cameron, per decidere sulla partecipazione di Londra ai raid anti-IS. Raid che in queste ore stanno proseguendo. La coalizione guidata dagli USA ha colpito nella notte (25 settembre) alcuni campi di petrolio controllati dallo Stato Islamico a Deir Ezzor – confine con l’Iraq – e nei pressi di Hasakeh. Entrambe le provincie sono sotto attacco da due notti, notizia confermata dall’Osservatorio Siriano per i diritti umani, secondo il quale l’obiettivo dell’attacco è stato il giacimento di Al Tank, nella zona orientale della provincia di Deir Ezzor e la zona petrolifera del deserto di al Quira. La quarta notte di raid ha prodotto la distruzione di un centro di comando dell’IS alla periferia della città di al-Mayadsin. Secondo il Syrian Observatory for Human Rights (OSDH), dall’inizio dei raid sono stati uccisi almeno 140 jihadisti e 13 civili. Cronache dal fronte.
La guerra continua.