Sparatoria al National War e al Parlamento di Ottawa.
La capitale del Canada colpita alle dieci del mattino, ore locali, da un commando organizzato, pare, molto vicino all’Isis. Ad aprire il fuoco Michael Zehaf-Bibeau, un canadese convertito all’islam, considerato “viaggiatore ad alto rischio” gli era stato sequestrato il passaporto. Ma il vero nome dell’aggressore di Ottawa – secondo fonti governative USA – è Michael Joseph Hall, poi cambiato in Zehaf-Bibeau. Il passaporto era stato requisito anche al 25enne Martin Couture-Rouleau che aveva tentato di partire per la Turchia e che si è lanciato, con la sua auto, contro due militari canadesi uccidendone uno, Nathan Cirillo, di origini italiane. Al termine dell’inseguimento della polizia è stato a sua volta ucciso. La polizia canadese ha diramato l’ordine di non uscire dalle case e stare lontani dalle finestre e dai tetti, a causa di possibili altre sparatorie da Far- West. È caccia ai terroristi. Gli edifici parlamentari sono stati chiusi e circondati da un cordone fitto di agenti di sicurezza, scene da film “catastrofico”. Anche le scuole, gli uffici e le ambasciate presenti – tra cui quella statunitense e italiana – sono sotto stretta sorveglianza. Intanto il premier canadese Stephen Harper e i leader dell’opposizione sono stati portati in salvo in un luogo sicuro. Ironia del destino? Proprio questa sera il premier aveva in agenda una serata d’onore per la ragazza pachistana colpita dagli islamisti – Malala – e fresca vincitrice del Nobel che ha scritto un tweet “I miei pensieri e le mie preghiere sono per il popolo canadese durante questo difficile momento”. Obama, poche miglia più a Sud, ha allertato il Comando di difesa Aerospaziale del Nord America (Norad) e aumentato il numero dei suoi aerei in stato di allerta.