Google News Espana chiude, perché non ci sta alla legge spagnola approvata lo scorso 30 ottobre, che impone una tassa a tutti gli aggregatori d notizie on line.
La chiusura di Google News decisa al quartier generale di Mountain View per il prossimo 16 dicembre, ha suscitato non poche reazioni tra le organizzazioni europee degli editori ed associazioni della stampa on line che sul principio della libertà di informare e quella di essere informati, hanno chiesto l’intervento del Commissario europeo ,Gunter Oettinger, per evitare che altri governi dell’Ue possano legiferare come la Spagna ed ottenere l’effetto contrario agli interessi degli editori…
La nuova legge sulla proprietà intellettuale voluta dal governo spagnolo che entrerà in vigore il primo gennaio 2015 riguarda tutti gli aggregatori di notizie ma tra le disposizioni introdotte una è denominata ‘Google Tax’, con sanzioni fino a 600.000 euro per gli aggregatori che rimandano a contenuti di terzi.
Contrariamente ad una legge simile tedesca approvata in precedenza, quella spagnola si fonda sul principio della irrinunciabilità secondo cui agli editori non è concessa la facoltà di rinunciare alla riscossione della tassa sul copyright.
Anche l’Unione Stampa Periodica Italiana, in una dichiarazione del Segretario Generale Francesco Saverio Vetere, dissente fortemente e sottolinea assoluta contrarietà alla legge spagnola della quale giudica “particolarmente assurda l’obbligatorietà per gli editori , di ricevere una compensazione dagli aggregatori di notizie, anche per frammenti di notizie ‘non significanti’.
L’USPI ritiene ‘che i rapporti tra editori ed aggregatori devono essere regolati con reciproci e liberi accordi commerciali, a vantaggio di ambo le parti e non con leggi calate dall’alto, sulla base di un principio di tutela degli editori falso e retrogrado, che mira a favorire solo la grande editoria, in realtà danneggiando anch’essa, e penalizzare fortemente quella piccola e media’.
Inoltre, fa rilevare ancora l’USPI che Google News e gli altri motori di ricerca offrono un servizio alla piccola e media editoria che altrimenti non avrebbe sufficiente visibilità…. e che nell’impedire agli editori di disporre autonomamente del proprio prodotto si incida profondamente sul pluralismo dell’informazione.