Foto: Napolitano con Pietro Grasso presidente del Senato e Laura Boldrini presidente della Camera durante la cerimonia al Quirinale per gli auguri di fine anno
In occasione della cerimonia al Quirinale per lo scambio degli Auguri di Natale con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha ricordato che la presidenza italiana dell’Unione europea si concluderà il 13 gennaio ed ha precisato di considerarsi impegnato nel suo ruolo fino a quella data.
“Gli auguri che quest’anno ci scambiamo – ha detto – si intrecciano strettamente con gli interessi che tutti condividiamo per il superamento degli aspetti più critici per la situazione economica sociale”. Sottolineando che il Governo ha “operato bene contro l’austerità”, Napolitano ha aggiunto che “l’Italia deve affrontare ancora prove “pesanti” sul fronte economico”.
Ha spiegato che “segni d’inversione della tendenza nel 2015-16 potranno esserci soltanto se non si affievolisce la linea concordata da governo e Parlamento”. Ai sindacati Napolitano ha chiesto il “rispetto delle prerogative delle decisioni di Governo e Parlamento e uno sforzo di dialogo su questioni vitali d’interesse generale. Si sono messi in moto processi di cambiamento, quindi non si attenti alla continuità di questo nuovo corso.
Chi dissente dalle riforme non deve farlo con spregiudicate tatti che emendative, in quanto rispettare la coerenza delle riforme in gestazione è dovere di onestà”. Il presidente Napolitano è più volte tornato sulla necessità di proseguire sulla strada del cambiamento.
In Europa, ha detto, abbiamo lavorato “per un cambiamento delle politiche dell’Ue e per una sua guida che favorisse la svolta per la crescita. I nostri amici in Europa e nel mondo si attendono da noi nuove e serie prove di continuità nel cambiamento”. E poi: “Il programma di riforme è ineludibile”.
Quindi l’invito ad evitare l’instabilità: “Non possiamo essere il Paese attraversato da discussioni ipotetiche, se e quando si voglia e si possa puntare su elezioni anticipate”, su “scissioni”, perché ciò evoca “lo spettro dell’instabilità”.