Le bambine fatte esplodere in Nigeria come bombe umane e 2000 uccisi,sono fatti di autentico terrore,che dovrebbero sconvolgere e fare indignare allo stesso modo i governi occidentali come per i fatti di Parigi.
Ma sembrerebbe che queste orrende vicende non siano di grande interesse.
La Nigeria è in campagna elettorale per le elezioni presidenziali di metà febbraio,e Boko Haram , organizzazione terroristica Jihadista, che semina il terrore soprattutto al nord della Nigeria uccidendo ogni mese oltre 500 persone, non risulterebbe al centro della campagna elettorale del presidente nigeriano Goodluck Jonathan, secondo cui sarebbe un problema come tanti.
L’ascesa di Boko Haram è avvenuta durante la presidenza di Jonathan, che non si sarebbe mai mosso per affrontare davvero i terroristi. Non avrebbe mai fatto niente di concreto neanche quando gli jihadisti hanno preso di mira Abuja la capitale , e avrebbe lasciato la situazione in mano all’esercito e agli emiri feudali, a capo ancora della politica locale, che per tutelare i loro privilegi di casta ed economici , sono riusciti a mantenere il controllo delle miserabili ed ignoranti popolazioni del nord, sfruttando il filone religioso, introducendo la sharia ,che ha provocato negli anni ‘90, forti critiche ed opposizioni dai riformatori islamici , sfociata poi nel 2009 nella costituzione dell’organizzazione terroristica di Boko Haram , che letteralmente significa «l’educazione occidentale è peccato»).
I ripetuti atti terroristici non sono altro che un annoso massacro che i governi d’occidente e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dovrebbero attenzionare maggiormente per intraprendere un processo di uscita dalla crisi e di risoluzione dei conflitti che in Nigeria come in altre aree dell’Africa vengono sempre definite guerre di religione.
Ma che in realtà, sono nette divisioni tra l’ elìte che sovrintende il monopolio del petrolio e la corruzione, e la popolazione che vive miseramente, logora e abbandonata al proprio destino nel nord della Nigeria, attaccata e uccisa ogni anno dal gruppo terrorista Boko Haram ,che controlla un’area molto vasta, ‘grande quanto la Danimarca’.
Una situazione che a quanto pare alimenterebbe le divisioni, e nel caos assoluto il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, ne trarrebbe vantaggio per la sua rielezione.
Dunque la sua reazione politica praticamente inesistente sarebbe giustificata da un piano d’azione studiato scientemente.
E come se questo non bastasse, le forze speciali internazionali, che operano nel territorio nigeriano più colpito dalla crisi, devono fare i conti con corpi di controllo nigeriani formati da unità spesso dal pessimo e terribile curriculum di violazione di diritti umani.
Il terrore di queste zone fa paura ed è altrettanto indignante e ripugnante come quello vissuto negli ultimi giorni in Francia. E’ necessario intervenire sul piano internazionale e mettere a punto un piano d’azione che certamente non risolverà la questione in pochi giorni, ma non si può e non si deve neanche continuare ad ignorarla e persistere in una posizione di indifferenza politica più che immorale.
Se Boko Haram non verrà fermato, con un programma di intervento anti-corruzione che faccia pulizia tra e forze di sicurezza locali e le addestri, e con una politica economica che razionalizzi gli investimenti nelle regioni più povere e depresse,continueranno a morire migliaia di persone l’anno e la situazione precipiterà vertiginosamente.
“La Nigeria è una pentola a pressione pronta a scoppiare “, le bambine fatte esplodere come kamikaze,che secondo gli analisti internazionali sarebbero le ragazzine rapite nei villaggi della regione di Borno utilizzate per vari scopi non soltanto matrimoniale o sussistenziale , sono il segno di una soglia altissima di violenza fuori controllo.
“Se non faremo nulla, moriranno migliaia di persone e la minaccia di Boko Haram crescerà ancora. Gli attentati di Parigi ci hanno ricordato che il terrore non ha confini”.
E’ l’appello di allarme lanciato da Avaaz, organismo sorto nel 2007 formato da tante voci riunite in una missione democratica “che dà la possibilità a milioni di persone, che vengono da diverse strade di vita, ad impegnarsi su questioni urgenti di natura internazionale, dalla povertà nel mondo alle crisi in Medio Oriente al cambiamento climatico. Il nostro modello di organizzazione su internet permette a migliaia di sforzi individuali, anche se piccoli, di combinarsi rapidamente in una potente forza collettiva”.
https://secure.avaaz.org/it/stop_boko_haram_terror_global/?bsdCSib&v=51561