Alla quarta votazione, nell’Aula di Montecitorio, è stato eletto il nuovo Presidente della Repubblica italiana. E’ il siciliano Sergio Mattarella il nuovo Capo dello Stato, eletto con quasi un quorum dei 2/3 e proclamato dal Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha svolto lo spoglio pubblico, con 665 voti.
In aula la elezione del nuovo presidente è stata salutata con una standing ovation straordinaria. Solo il M5S non ha partecipato agli auguri.
La decisione di votare il nome di Mattarella nella quarta votazione delle elezioni del Presidente della Repubblica, è stata presa il 29 gennaio, su proposta del segretario del Partito Democratico e presidente del Consiglio Matteo Renzi, all’unanimità dall’assemblea degli elettori del Partito Democratico. La scelta di Renzi non è stata accolta favorevolmente da tutti i partiti, ma si è imposta al di là dello scioglimento della riserve sulla candidatura delle altre forze politiche, prevalendo fino in fondo, non senza contrasti.
Subito dopo la votazione, la Presidente della Camera Boldrini, la Vicepresidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, con le segretarie generali delle due Camere si sono recate alla Corte Costituzionale per comunicare ufficialmente al neoeletto Presidente della Repubblica l’esito della votazione ed il processo verbale della seduta.
Martedì 3 febbraio alle ore 10.00, il Presidente della Repubblica presterà giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento presso l’Aula di Montecitorio.
La cerimonia di insediamento al palazzo del Quirinale avrà luogo sempre martedì 3 febbraio a partire dalle 11.30.
Mattarella è figura imparziale e di assoluta lealtà e correttezza .. queste le parole di apprezzamento e di stima che Napolitano ha rivolto al suo successore.
Anche Papa Francesco ha inviato subito dopo la notizia della elezione, un telegramma a Sergio Mattarella, rivolgendogli “deferenti espressioni augurali per la sua elezione” e auspicando che “Ella possa esercitare il suo alto compito specialmente al servizio dell’unità e della concordia del Paese .. ed invoca sulla sua persona la costante assistenza divina per una illuminata azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e spirituali del popolo italiano. Con questi voti – conclude il Papa – invio a lei e all’intera nazione la benedizione apostolica”.
Il Presidente Sergio Mattarella dopo la sua elezione si è recato nel pomeriggio in visita privata alle Fosse Ardeatine. Dopo essersi fermato in raccoglimento nel luogo dell’eccidio compiuto dai nazisti nel quale furono trucidate 335 persone ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L’alleanza tra nazioni e popolo seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore”.
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Sergio Mattarella è nato a Palermo, il 23 luglio 1941 ed inizia la sua carriera politica nelle file di Azione Cattolica, della quale fu responsabile per il Lazio dal 1961 al 1964, e poi della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Laureatosi in giurisprudenza, è stato docente di Diritto parlamentare presso l’Università di Palermo. Entra in Parlamento come Deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e più volte ministro, dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare.
Proviene da una famiglia di politici, il padre Bernardo, politico democristiano fu più volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta, e il fratello minore Piersanti, nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana.
Nel corso della XII Legislatura della Repubblica Italiana Sergio Mattarella fu relatore delle leggi di riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato che, recependo l’esito del referendum del 1993, introducevano una preponderante componente maggioritaria. La legge Mattarella, alla quale il politologo Giovanni Sartori diede l’appellativo di Mattarellum, fu impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.
Sostenitore, sin dal 1995, della candidatura di Romano Prodi alla guida di una coalizione di centrosinistra (L’Ulivo) comprendente tra gli altri il PPI e il PDS, fu confermato alla Camera alle elezioni del 1996 e venne eletto capogruppo dei deputati popolari. Caduto il primo governo Prodi, assunse la carica di vicepresidente del Consiglio durante il governo D’Alema I.
Tenne invece il ministero della Difesa nei successivi Governo D’Alema II e Governo Amato II, sino al 2001. L’incarico di Mattarella al ministero della Difesa seguì la delicata partecipazione dell’Italia all’operazione Allied Force, con la quale la NATO era intervenuta nella guerra del Kosovo, e coincise con l’approvazione della legge di riforma delle Forze Armate che aboliva di fatto il servizio di leva obbligatorio.
Nel 2001 Mattarella fu rieletto alla Camera dei deputati nelle liste de La Margherita, che comprendeva l’intera componente dei popolari e nella quale pochi mesi dopo il PPI si sarebbe fuso. A differenza delle elezioni precedenti, non fu candidato in Sicilia ma in Trentino-Alto Adige. Nominato, su iniziativa del presidente della Camera, componente del Comitato per la legislazione, ne fu vicepresidente sino al 2002 e presidente fino al 2003.
Alle elezioni politiche del 2006 fu candidato nella lista dell’Ulivo e venne eletto deputato per la settima volta. Nel 2007 fu tra gli estensori del manifesto fondativo dei valori del Partito Democratico, ma con lo scioglimento anticipato della XV legislatura il 28 aprile 2008, non si ricandidò.
Gli incarichi istituzionali
Il 22 aprile 2009 è stato eletto dalla Camera dei Deputati componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Il 5 ottobre 2011 il Parlamento in seduta comune lo ha eletto giudice della Corte costituzionale alla quarta votazione con 572 voti, uno più del quorum richiesto.
In occasione dell’elezione del presidente della Repubblica Italiana del 2013 il suo nome era nella rosa dei candidati che Pier Luigi Bersani sottopose a Silvio Berlusconi, ma gli fu preferito Franco Marini, che poi non fu eletto.