La riforma della Scuola approvata dalla Camera

316 voti a favore, 137 contrari - Prevista l’assunzione di 100mila precari - Il provvedimento passa ora al vaglio del Senato - Soddisfazione dei ministri Stefania Giannini e Maria Elena Boschi

Nel corso della seduta del 20 maggio la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge di riforma della Scuola che prevede l’assunzione di circa 100mila insegnanti precari e attribuisce più poteri ai dirigenti scolastici, nonostante le proteste dei sindacati. I voti a favore sono stati 316, i no 137, un astenuto. Il provvedimento passa ora al Senato. “Emozionata e soddisfatta per l’ok”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini subito dopo la votazione. Da parte sua il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, ha commentato: “Abbiamo la maggioranza assoluta, il voto è andato bene anche stavolta. Adesso aspettiamo con assoluta fiducia il voto al Senato”.

Circa 30 deputati della minoranza Pd non hanno partecipato al voto finale in segno di dissenso, e in un documento comune chiedono al partito di impegnarsi per nuove modifiche al Senato. Alcune proposte di modifica sono state accettate dal governo durante l’esame del ddl a Montecitorio e lo stesso Premier Matteo Renzi ha risposto alla critica di non avere assunto tutti i precari – (in 50mila rimarrebbero esclusi dalla regolarizzazione) – promettendo che nel 2016 sarà bandito un concorso per altri 60mila posti e che saranno investiti 4 miliardi nell’edilizia scolastica. Le critiche dei sindacati si appuntano soprattutto sui maggiori poteri concessi ai presidi, tra cui quello di assumere per chiamata diretta gli insegnanti per tre anni. Ma le nuove proteste in vista degli scrutini del prossimo mese saranno ridotte.

“L’Autorità di garanzia per gli scioperi ha ricevuto, da parte delle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni di due giorni di sciopero, da effettuarsi successivamente alla chiusura delle scuole, ma hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)”, si legge in una nota del Garante.

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