“Coloro che chiedono oggi più rispetto per la storia dell’Ulivo sono quelli che hanno distrutto l’Ulivo consegnando l’Italia nelle mani di Berlusconi“. E’ quanto affermato dal premier Matteo Renzi intervenuto sabato 12 marzo alla scuola di formazione politica del Partito Democratico. Immediata la replica dell’ex segretario Pier Luigi Bersani: “Renzi ricordi che noi l’abbiam fatto l’Ulivo. Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?”. Renzi, di rimando, critica la minoranza del partito: “Quando tocca a noi governare, bisogna governare. Abbiamo vissuto per anni con l’idea che Berlusconi fosse invincibile, invece eravamo noi a sbagliare risposta”. E spiega: “Quando vincevamo, subito dopo tutti si dividevano e si mettevano a bombardare quello che doveva guidare la macchina del cambiamento”.
A margine della convention PD Bersani parla incontra i cronisti e critica Renzi:“Sta andando veramente oltre il segno, non tocchi l’Ulivo, questo lo deve sapere. Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?”. Quanto all’accusa di avere distrutto l’Ulivo, Bersani replica: “Le sue affermazioni non meritano un commento, Renzi ricordi che noi l’abbiamo fatto l’Ulivo”.
Ma l’affondo sugli avversari interni attraversa tutto il ragionamento di Renzi:“Non pensino di usare strumentalmente le amministrative”e lancia l’avvertimento: “Chi vuole mandarmi a casa la battaglia la farà al congresso del 2017”. Il riferimento è agli attacchi sulle primarie di Roma e Napoli. Il segretario difende il principale bersaglio, Matteo Orfini (“negli ultimi tempi son sempre d’accordo con lui…”) e contrattacca: “C’è un disegno per screditare le primarie, come a Genova con Cofferati. Possiamo parlare di regole, ma mettere in discussione le primarie offende la democrazia”. Il premier rivendica di aver accettato la sconfitta contro Bersani (anche se in qualche regione “si erano bruciati i verbali”) e avverte: “Chi perde fa una battaglia nel partito, ha detto bene Cuperlo. Se scappa, mette in discussione il Pd”. Tutti a sostenere i nomi che hanno vinto le primarie, è l’invito del segretario. Renzi ricorda che il risultato delle comunali non riguarda il governo, mentre se perderà il referendum costituzionale andrà a casa.